Il generale dei Marines John Kelly è il nuovo capo dello staff di Trump
Fuori un politico, dentro un militare. L’ennesimo avvicendamento nell’Amministrazione Trump priva la Casa Bianca di un esperto manovratore della politica, come Reince Priebus, e assegna uno dei ruoli chiave, quello di capo dello staff, all’ex generale dei Marines John Kelly. Il 67enne ex comandante dello US Southern Command è per molti versi l’opposto di Priebus ed è, prevedono i media Usa, la persona adatta per tentare di riportare un po’ di disciplina nella spesso caotica West Wing. Il Washington Post fa notare le diverse analogie che legano Kelly al presidente Donald Trump. Entrambi hanno scarsa esperienza politica ed entrambi hanno poca familiarità con la complessità delle decine di dossier di politica interna che settimanalmente approdano sulla scrivania del presidente. Sarà forse anche per questo e per quel senso di accerchiamento che i neofiti di Washington finiscono per provare di fronte alle difficoltà di ambientamento, che Trump e Kelly vanno molto d’accordo. Nei suoi 40 anni nelle forze armate, Kelly si è conquistato la fama di persona franca, che gli è valsa il rispetto dei suoi colleghi in divisa, portandolo a volte in contrasto con alcuni esponenti dell’Amministrazione Obama. Prima di assuemere l’incarico di segretario per la Sicurezza interna, e ora di capo dello staff della Casa Bianca, Kelly era conosciuto a Washington per il suo ruolo di comandante militare, che ha guidato le truppe Usa in Iraq, e per aver perso un figlio in Afghanistan nel 2010, ucciso da una bomba dei talebani. Nel suo nuovo incarico, Kelly porterà con sé anche l’esperienza acquisita al Pentagono come consigliere militare di due ministri della Difesa, Robert Gates e Leon Panetta. L’ex generale, insomma, metterà fine al “caos” che ha regnato finora alla Casa Bianca. Difficile fare previsioni, soprattutto con l’Amministrazione Trump. Certo è che Kelly in passato ha dimostrato di non farsi scrupoli nell’entrare in conflitto con il presidente, quando riteneva che le scelte politiche fossero in contrasto con le sue convinzioni personali e con gli interessi di sicurezza nazionale dell’America. È accaduto con Obama, quando Kelly si è opposto apertamente al piano di chiusura del campo di massima sicurezza di Guantanamo o con il progetto di aprire alle donne i ruoli di combattimento nelle forze armate. Kelly, cattolico praticante, fino ad ora è stato in sintonia con Trump sulla questione immigrazione e sulla necessità di rafforzare i controlli ai confini, facendo anche da scudo al presidente rispetto al controverso ‘muslim ban’. Con la sua nomina a capo dello staff, sono ora due gli ex generali che occupano posizioni chiave alla Casa Bianca. L’altro è il consigliere per la Sicurezza Nazionale, H. R. McMaster. Kelly può anche contare sull’amicizia con l’attuale ministro della Difesa, Jim Mattis, anch’egli ex generale dei Marines e comandante di Kelly durante l’invasione dell’Iraq del 2003.