Fascismo, Corsaro cancella il post “incriminato” e chiede scusa al dem Fiano
Massimo Corsaro, il deputato ex An e oggi nel gruppo che fa capo a Raffaele Fitto, ha deciso di cancellare il suo post su Emanuele Fiano che tanto scalpore aveva suscitato. E lo ha sostituito con un lungo post in cui spiega di essere stato travisato ed equivocato.
“Allora – scrive Corsaro – per la prima volta, ho deciso di cancellare un post, sebbene la traccia (qui la “i” ci sta bene, ministro Fedeli) di molte invettive avrebbe meritato la conservazione, a dimostrazione di chi ed in che misura sia l’ignorante. Lo faccio dopo due giorni non a causa di una tardiva riflessione, ma perché non è mio costume lanciare il sasso e ritrarre la mano, e perché ho ritenuto che fosse giusto consentire a tutti di esprimersi su una mia dichiarazione che è stata volutamente e scientificamente travisata” .
“Ma mai, mai, mai, il mio intento è stato quello di fare alcun riferimento di tipo religioso; e per il fraintendimento che avevo mio malgrado generato, ho immediatamente espresso le mie scuse a chi – in buona fede – se ne sia sentito offeso. A partire dalla Comunità Ebraica. Cui spero mi sarà data occasione di poterlo spiegare personalmente. Chi mi segue lo sa (e spesso, per questo, mi contesta): sono pervicacemente ateo, e non avrebbe alcun senso, per me, prendermela con qualcuno per motivo di una sua Fede, non avendone io da difendere una diversa. … Né, avrebbe senso un mio pronunciamento avverso il profilo politico-culturale israeliano, i cui connotati di stampo occidentale e liberista sono – ad ogni evidenza – assai più prossimi a me che al collega Fiano. Nessuna forma, diretta o subdola, di “antisemitismo” nel mio intento e nel mio animo. E chi ne ha anche dottamente argomentato ha proprio preso un granchio, o è in cattiva fede. Resta tuttavia, inalterata, la mia convinzione di poter pensare di qualcuno che sia una “testa di …..”, e di avere la libertà di dirglielo (quante volte, io per primo, ricevo epiteti che vanno messi in conto, se fai politica in modo schietto e trasparente…) incurante delle vestali della political correctness a senso unico. Di certo, la prossima volta lo dirò esprimendo direttamente la “doppia zeta”, a scanso di equivoci. Ribadisco pertanto le mie scuse a chi, per davvero e fraintendendomi, si sia sentito offeso”.