E ora via quel nome che infama Roma: Mafia Capitale è una bufala mediatica
E ora non chiamatela più Mafia Capitale. Si aggiornino i titoloni della stampa, le parole chiave delle agenzie di stampa, gli hashtag di Twitter. Da qualche ora è ufficialmente caduta l’accusa di associazione mafiosa per gli imputati nel processo per anni identificato col nome appunto di Mafia capitale. Così hanno stabilito i magistrati. Evaporata come neve al sole per tutti gli imputati l’accusa del 416 bis, risparmiata a Roma, dopo mesi e mesi di fango internazionale, l’accusa più infamante che esista. Alle ortiche le stanche diatribe su commissariamenti per mafia e altre amenità utilizzate come arma di scontro politico tra vecchie e nuove amministrazioni capitoline. Ora in molti, osservatori e cronisti d’assalto, si precipiteranno a intonare “lo avevamo detto”, in realtà solo in pochi, fin dalle prime ore, avevano annusato odore di bufala. Tra questi Giuliano Ferrara che da subito aveva parlato di reati che nulla avevano a che fare con la mafia. Reati di corruzione, certamente da punire con severità. Ma nulla a che vedere con la gigantesca montatura che era stata quasi interamente addossata agli amministratori di centrodestra. Lo stesso pm Ielo ha riconosciuto che la sentenza dà torto alla Procura perché non riconosce l’associazione mafiosa. Ora è d’obbligo almeno un risarcimento lessicale alla città di Roma: cancelliamo l’infame etichetta. La Capitale non ospitava una cupola mafiosa. Mafia Capitale era ed è una leggenda mediatica da archiviare.