Il centrodestra contro Gentiloni: «Sulla Libia ti sei fatto scalzare da Macron»
Appaiono destinate a intensificarsi le polemiche innescate dall’annuncio del vertice di domani all’Eliseo tra il presidente francese Macron, il premier libico Fayez al-Serraj e il generale Khalifa Haftar per valutare la possibilità di creare un’unica forza armata cui affidare il compito di far uscire dal caos la nostra ex-colonia. Da sempre, il dossier libico è stato curato dall’Italia in considerazione degli speciali rapporti tra le due sponde del Mediterraneo. Non stupisce, quindi, che l’incontro di domani a Parigi venga decifrato in Italia come la volontà francese di scalzare Roma dalla sua special relationship con la Libia.
La Meloni: «Sulla Libia sinistra incompetente»
Una vera beffa se solo si pensa che è proprio l’Italia oggi a subire l’insostenibile pressione migratoria che arriva proprio da quello che, non senza imprudenza, Gaetano Salvemini definì come «scatolone di sabbia». Così come non stupisce che a finire sotto attacco sia il governo italiano. Durissima la nota di Giorgia Meloni: «L’incontro di Parigi – spiega la leader di FdI-An – segna il totale fallimento della politica estera dell’Italia di Renzi, Alfano e Gentiloni. L’incompetenza e la superficialità con la quale la sinistra ha affrontato la questione libica è alla base dell’emergenza immigrazione e ha tolto alla nostra nazione il naturale ruolo di interlocutore privilegiato della Libia. L’ennesimo fallimento di questi governi – conclude la Meloni – che l’Italia pagherà a caro prezzo».
Gasparri e Romani: «Governo distratto da beghe interne»
Sulla sua stessa lunghezza d’onda i forzisti Paolo Romani e Maurizio Gasparri, rispettivamente capogruppo e vicepresidente del Senato: «Perché – è l’interrogativo dei due esponenti azzurri – l’incontro non avviene a Roma su impulso del presidente Gentiloni? Una domanda più che legittima a cui come opposizione vorremmo che l’esecutivo rispondesse, preferibilmente con i fatti». Romani e Gasparri non hanno mancato di ricordare che nonostante l’Italia sia «stata sollecitata ed incalzata da Stati Uniti e paesi dell’Unione ad assumere un ruolo guida nella risoluzione della crisi libica», il governo è rimasto «concentrato sulle beghe interne al partito di maggioranza relativa» abdicando «in maniera palese al ruolo che gli spetterebbe nel Mediterraneo».