Castel Fusano, ancora fumo e roghi: la triste fine del parco che Mussolini regalò al pubblico (VIDEO)
Mentre Campidoglio e Regione continuano a discutere su competenze e tempistiche, priorità e mancanze, la pineta di Castel Fusano continua a bruciare. Ed è ancora emergenza. Nonostante il lavoro di soccorso senza sosta e gli interventi di monitoraggio continuo sia garantito h24 dai dei vigili del fuoco, andando avanti ormai da giorni, i focolai che covano sotto la cenere hanno ripreso a fumare all’interno della macchia.
Castel Fusano, ancora fumo e roghi
Una serie di piccoli roghi da tenere sotto controllo e di cui disinnescare la minaccia che ha richiesto ancora una volta, dalle prime luci dell’alba di stamattina, l’intervento di un canadair e di due elicotteri che ormai dalle prime ore del giorno stanno cercando di spegnere i piccoli roghi che si sono aperti di nuovo nel sottobosco della pineta, in fiamme da giorni. Non solo: la scarsa visibilità dovuta al fumo e alla fuliggine sta pesantemente rallentando le operazioni, con i velivoli che lamentano continue difficoltà nel rifornimento sul litorale romano.
Chiusa la Colombo: disagi alla viabilità
Una situazione di continuo allarme che sta provocando anche continui disagi alla viabilità e minacce alla sicurezza. E allora, l’importante arteria di collegamento con il litorale romano di via Cristoforo Colombo da poco è stata nuovamente chiusa al traffico per consentire le operazioni di spegnimento di roghi nella pineta. La strada è interdetta alla circolazione tra piazzale Cristoforo Colombo e via di Casal Palocco in entrambe le direzioni. Inevitabili i disguidi per gli automobilisti e, altrettanto disagevoli le ripercussioni per i viaggiatori della linea ferroviaria Roma-Lido che al momento ha chiuso tre stazioni della sua tratta. Approntato un servizio sostitutivo d’emergenza, la tratta Colombo-Lido centro è servita attraverso bus navetta sostitutivi, come comunicato dall’Atac sul suo sito web.
Quel parco cantato da Virgilio…
E se è vero quanto paventato in questi giorni di fiamme e di incendi dolosi, di cacciaai priomani e di interventi d’emergenza per cui ci vorranno decenni per ripristinare la situazione e tornare a come era prima dei roghi dolosi, a quella vegetazione che in quell’area della pineta – già territorio di Laurentum – custode di storia e di antichi rimandi letterari. Forse pochi sanno, allora, che su quella zona, secondo quando tramandato da Virgilio, i fati condussero Enea: e come attestano le parole dell’autore dell’Eneade, «il pino era già presente nell’area»… Una testimonianza, quella della maestosità e della vastità del parco urbano più grande di Roma, che vanta alle sue spalle una storia che si perde nei secoli e nelle leggende raccontate all’ombra dei pini.
… E regalato al pubblico da Benito Mussolini
E se tra i primi a innamorarsi di quell’area figura Plinio il Giovane, molto e molto tempo dopo ancora, sarebbe toccato a Benito Mussolini intuire la potenzialità della Tenuta di Castel Fusano che – concessa dal Principe Chigi a Re Vittorio Emanuele III come riserva di caccia visto che era vicina a Castel Porziano – venne acquistata nel 1931 dal Duce che impose l’acquisto della zona al Governatorato di Roma per donarlo al pubblico: e così fu dal 21 aprile 1933. Il parco era costituito da 1000 ettari e da un fronte di 4 km in fronte al mare con diverse fontanelle d’acqua, due viali d’ingresso dai Lungomare Duilio e Lutazio Catulo, una torre di prevenzione incendi e due posti telefonici. L’ingresso veniva chiuso al tramonto e all’interno sono conservate tracce delle lastre romane della via Severiana. Ma questa è un’altra storia. Decisa,ente un’altra storia…