Birra al posto del vino e ostie al miele: ecco le leggerezze “vietate” a messa
Magari la maggioranza di noi non ci ha ancora fatto mai caso. Magari non ci è mai capitato. Eppure, a giudicare dalla decisione del dicastero vaticano del Culto Divino di emanare una circolare a tutti i vescovi nella quale si chiede di vigilare sugli abusi a messa, badando che il pane e il vino siano veramente ‘doc, la dice lunga su quello che può succedere durante la celebrazione rituale dell’eucarestia.
A Messa, vietate le libere interpretazioni del rito eucaristico
E allora, dalla birra utilizzata al posto del vino, all’ostia “consacrata” con una spolverata di miele o con un po’ di zucchero per renderla più gustosa e meno insapore, sembra che siano diverse le “leggerezze” – e tra le più disparate – compiute nella celebrazione della messa sotto gli ignari occhi dei fedeli. Da qui, come anticipato, la decisione del dicastero vaticano del Culto Divino di emanare una circolare a tutti i vescovi nella quale si chiede di vigilare sugli abusi a messa, badando che il pane e il vino siano veramente “doc” e idonei alla celebrazione eucaristica. «Dopo il Concilio di Trento – ricorda infatti don Claudio Magnoli, nominato dal Papa consultore della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, responsabile del Servizio per la Pastorale Liturgica dell’arcidiocesi di Milano – c’è stata, a livello teorico, una riflessione sull’opportunità di continuare ad utilizzare il pane e del vino nella celebrazione dell’Eucaristia. Effettivamente, in alcune parti del mondo manca la materia prima, a volte si sostituisce il pane di frumento con altri tipi di cereali. Così, dopo svariate discussioni, la Chiesa ha stabilito che non si può cambiare la materia prima».
Regole chiare e imprescindibili per la messa e l’eucarestia
Regole chiare, spiega dunque don Magnoli, non tanto in nome di una imposizione: «Che negli anni si sia registrato qualche abuso è una oggettività. In Olanda, ad esempio, risulta che qualche sacerdote abbia celebrato la messa con la birra al posto del vino. Gesù non ha dato un’impegnativa assoluta, ma quella era la materia prima della tavola comune, e quella deve rimanere. L’ostia potrà anche risultare un po’ insapore, ma il sapore lo dà Gesù, ho sempre spiegato ai ragazzi». Abusi a parte, chiarisce ulteriormente don Magnoli, «c’è anche una preoccupazione preventiva legata a chi produce la materia prima. Un po’ per la crisi di vocazione di suore, che si sono sempre occupate della preparazione del pane per l’Eucaristia, un po’ per il fatto che in alcune parti del mondo c’è chi si affida ad aziende esterne, si è sentita la necessità di ricordare regole precise e giuste». Regole che devono poter essere imprescindibili.