Attivisti arrestati in Turchia, Berlino ai tedeschi: «Non andate, rischiate il carcere»
Non accenna a rientrare il caso diplomatico tra la Germania e la Turchia, scoppiato dopo che Ankara ha arrestato alcuni attivisti per i diritti umani, fra i quali il tedesco Peter Steudtner, oltre alla presidente di Amnesty international della Turchia Idil Eser. Gli attivisti sono accusati di essere fiancheggiatori del movimento di Fetullah Gulen, indicato come artefice del tentato golpe dello scorso anno e definito dalle autorità turche una «organizzazione terroristica».
La Germania chiede sanzioni contro la Turchia
L’altro giorno l’ambasciatore turco in Germania è stato convocato da Berlino. Ora il ministro degli Esteri tedesco, Sigmar Gabriel, ha avvertito i suoi concittadini che in Turchia corrono il rischio di essere arrestati, aggiungendo che la Germania, alla luce degli arresti degli attivisti, ha rivisto i suoi consigli di viaggio. Steudtner «non era un esperto della Turchia, non ne ha mai scritto, non ha avuto contatti con l’istituzione politica e non è mai apparso come un critico», ha ricordato Gabriel, parlando con i giornalisti. Questo significa, ha continuato, che qualsiasi cittadino tedesco che viaggia nel Paese potrebbe subire lo stesso destino. Il ministro, che è tornato a Berlino dalle vacanze per occuparsi della questione, ha dichiarato di essere al lavoro con la cancelliera Angela Merkel e con i funzionari dell’Unione europea per decidere altre sanzioni diplomatiche ed economiche contro la Turchia.
Merkel appoggia la linea dura
La stessa Merkel, attraverso il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, è intervenuta su Twitter sulla vicenda spiegando che le misure illustrate dal ministro sono «indispensabili». «Le misure illustrate dal ministro degli Esteri riguardo alla Turchia sono alla luce degli sviluppi necessarie e indispensabili», si legge sull’account Twitter del portavoce, che cita il capo del governo.
La replica di Ankara
Di contro, Ankara ha definito «inaccettabili» le critiche della Germania, che in una nota del ministero degli Esteri vengono bollate come «interferenze nel sistema giudiziario» turco. I «commenti» arrivati dalla Germania «dimostrano ancora una volta il doppio standard nell’approccio ai diritti di quelli che impediscono che i terroristi vengano assicurati alla giustizia e al contempo accolgono membri di gruppi terroristici che colpiscono il nostro Paese», si legge nella nota.