Scambio politico-mafioso nel nisseno: in manette l’ex-sindaco di Niscemi

29 Giu 2017 11:20 - di Redazione

Nove arresti sono stati effettuati alle prime luci dell’alba dagli agenti della polizia di Stato in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip di Caltanissetta su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Per tutti gli indagati, i pm nisseni hanno ipotizzato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e lo scambio elettorale politico-mafioso. Tra coloro che sono finiti in manette c’è anche il sindaco uscente di Niscemi, grosso centro della provincia di Caltanissetta, dove per altro si è votato solo domenica scorsa.

Francesco La Rosa è stato arrestato con altre 8 persone

Francesco La Rosa, questo è il nome dell’arrestato, era di nuovo arrivato al ballottaggio ma alla fine aveva dovuto cedere la fascia tricolore a Massimiliano Conti. La Rosa non è l’unico amministratore finito i galera. Con lui, infatti, ci sono anche un ex-consigliere comunale della sua lista e due esponenti del suo entourage per i quali, però, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Sul fronte della criminalità organizzata, spicca invece l’arresto del presunto capomnafia di Gela Alessandro Barbieri, già detenuto. Secondo gli inquirenti, La Rosa avrebbe stretto «un patto con Cosa nostra alle amministrative del 2012». Un patto scellerato pronto ad essere rinnovato – sempre secondo le risultanze dell’indagine – in caso di vittoria al ballottaggio.

Gli incontri con i boss in aperta campagna

Le indagini degli agenti della squadra mobile, che hanno investigato insieme a quelli del commissariato di polizia di Niscemi e Gela, «hanno permesso di accertare che appartenenti all’organizzazione criminale mafiosa Cosa nostra di Niscemi e di Gela si incontravano in aperta campagna per discutere degli accordi politico-mafiosi». E a sedere al tavolo degli scambi elettorali e affaristici, oltre a La Rosa e a Barberi, nel periodo in cui era libero, ci sarebbe stato anche il boss di Niscemi Giancarlo Giugno, anch’egli come il suo presunto omologo raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare mentre era già in carcere. «Il patto – ha spiegato il capo della squadra mobile Marzia Giustolisi – è stato sottoscritto in vista delle elezioni del 2012 e ha certamente condizionato l’amministrazione in questi anni».

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