Napoli, sangue ad Alta Velocità: 7 morti in 10 giorni per la stazione di Afragola
Il sangue scorre ad Alta Velocità sotto il Vesuvio: 7 morti in 1o giorni nel Napoletano. Dietro le quinte, il business per gli appalti di tutto ciò che nascerà intorno alla nuova stazione “porta” di Afragola, ormai quasi ultimata nella sua parte logistica (l’inaugurazione è prevista per la prossima settimana) ma che tutto intorno a sé lascia immaginare affari milionari di esercizi di ristorazione, alberghi e parcheggi, su cui, evidentemente – come sostengono i bene informati – si sarebbero scatenati gli appetiti dei clan locali, i Moccia su tutti. Oggi un uomo di 52 anni è stato ucciso a colpi di arma da fuoco proprio ad Afragola, in provincia di Napoli. L’uomo, Remigio Sciarra, residente a Cardito, era a bordo della sua auto sulla strada statale Sannitica in compagnia della moglie 50enne, rimasta ferita a una mano. Nella vettura c’erano anche il figlio di 11 anni e un suo amico, entrambi rimasti illesi. Indagano i Carabinieri della compagnia di Casoria e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna.
“La stazione di Afragola è diventata un problema. E’ tutto troppo eccessivo: si sviluppa su di un’area di 20mila metri quadri, rispetto alle reali esigenze. L’opera occorre comunque farla. Il denaro irrora consorzi, associazioni di imprese (Ati) e società. Mille rivoli dispersi in appalti, sub appalti e forniture obbligate. Opacità, rapporti pericolosi, manovre oblique. La tavola è bandita”, scriveva qualche settimana fa Il Fatto Quotidiano.
Sette omicidi in dieci giorni nel Napoletano
Con l’omicidio di Remigio Sciarra, sale a 7 il numero delle persone uccise a colpi di arma da fuoco a Napoli e in provincia negli ultimi 10 giorni; in diversi casi gli investigatori battono la pista della criminalità organizzata. Il 25 maggio il primo della serie di fatti di sangue, ad Afragola come nel caso dell’omicidio di Sciarra. In via Benedetto Croce, gli agenti della Polizia di Stato hanno trovato il corpo senza vita di Salvatore Caputo, 72 anni, già noto alle forze dell’ordine. Il corpo era in auto, diverse le ferite da colpi di arma da fuoco su tutto il corpo. Poche ore dopo, a Giugliano in Campania, padre e figlio, Vincenzo ed Emanuele Staterini, rispettivamente 51 e 30 anni, sono stati uccisi in un agguato all’interno di una tabaccheria in corso Campania. I due sono stati raggiunti da una persona scesa da uno scooter che, con volto coperto, ha esploso diversi colpi di arma da fuoco, uccidendoli entrambi. Il killer è poi fuggito con un complice. Le vittime erano originarie di Napoli, quartiere Sanità, ma vivevano a Giugliano da diversi anni. Ancora sangue nella notte tra il 26 e il 27 maggio, stavolta nel centro di Napoli, in una delle zone maggiormente battute dalla movida cittadina: Carmine Picale, 29 anni, si trovava in un pub della Riviera di Chiaia quando è stato raggiunto da un uomo con volto coperto da un passamontagna che lo ha ferito mortalmente esplodendo diversi colpi di pistola. Picale è morto poco dopo nell’ospedale Loreto Mare, dove era nel frattempo stato accompagnato da alcuni amici. Il 27 maggio è il giorno del doppio omicidio del 45enne Carlo Nappello e del nipote 23enne, con il quale condivideva nome e cognome: i due, già noti alle forze dell’ordine e considerati dagli investigatori vicini al clan camorristico dei Lo Russo, sono stati uccisi in via Vincenzo Valente, nel quartiere Miano a Napoli, mentre erano a bordo di uno scooter. Almeno 20 i colpi di arma da fuoco esplosi con una semiautomatica da due persone che hanno probabilmente affiancato le vittime con uno scooter. Il duplice omicidio ha portato all’intensificazione del controllo del territorio da parte di Carabinieri e Polizia: il 30 maggio tre giovani tra i 19 e i 25 anni, pregiudicati, sono stati arrestati al termine di un inseguimento in via Janfolla, durante il quale in due hanno puntato una pistola contro i Carabinieri, desistendo subito dopo e venendo disarmati e immobilizzati. Ieri poliziotti del Commissariato Scampia e della Squadra Mobile di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 affiliati al gruppo criminale Nappello, ritenuti colpevoli di una rapina in un esercizio commerciale nel settembre 2016. Tra i destinatari dell’ordinanza emessa dal gip figurava anche Carlo Nappello, 45enne ucciso nell’agguato del 27 maggio a Miano.