Le scelte politiche della Sardegna, due milioni di euro per 200 immigrati
Saranno duecento gli immigrati in Sardegna che parteciperanno agli otto progetti finanziati coi fondi del Fondo sociale europeo 2014-20 grazie al progetto Diamante Impresa attivato dall’assessorato regionale sardo del Lavoro, con l’obiettivo di “accrescere l’occupazione degli immigrati” attraverso il “supporto alla creazione d’impresa per gli aspiranti imprenditori e allo start up delle iniziative imprenditoriali”. Lo denuncia il sito sardo di informazione Ad Maiora Media. L’assessore regionale al Lavoro Virginia Mura ha tenuto a precisare che “la dotazione economica utilizzata per questa iniziativa proviene da risorse dedicate del Fondo sociale europeo. Per i cittadini sardi che vogliono diventare imprenditori, sono attive progetti analoghi a loro riservati, sempre nell’ambito del Programma Imprinting”. Un excusatio non paetita, insomma. Perché è chiaro che invece si tratta di scelte squisitamente politiche dettate dalla programmazione del suo assessorato, in accordo con la giunta regionale. Come infatti si può evincere dalle due tabelle del Report 2016 sulla “Programmazione regionale del Fondo Sociale Europeo per il 2014-20”, pubblicato a marzo 2016 da “Italia Lavoro” evidenziano la dotazione finanziaria delle Regioni per l’occupazione nel Por Fse 2014-20. Come analizza sempre Ad Maiora Media mentre gli altri 83 milioni di euro dell’Obiettivo Occupazione del Fse, relativi alla quota di finanziamento Ue, sono stati suddivisi tra altre sei misure: aumentare l’occupazione giovanile; femminile; disoccupati di lunga durata e soggetti con difficoltà di inserimento; lavoratori coinvolti in situazioni di crisi; migliorare i servizi al lavoro e contrastare il lavoro sommerso; lavoratori autonomi e micro-piccole imprese. Perciò, nota il sito sardo, si tratta di soldi che si sarebbero potuti programmare e spendere diversamente, senza doverli necessariamente “rendere” (come vorrebbero far intendere), come hanno fatto le altre diciotto Regioni. Eppure, per l’assessore Mura “i soldi che lo finanziano non sono in alcun modo sottratti a progetti per cittadini sardi, si tratta di un progetto innovativo, che supera la logica di elargizione di elemosine, a favore degli stranieri presenti nel nostro territorio che vogliono integrarsi e dall’Europa sarebbe auspicabile avere più fondi a disposizione per fronteggiare un’emergenza che è prima di tutto umanitaria”. Insomma, 2 milioni di euro circa per 200 immigrati (selezionati tra 600 richiedenti), compresi richiedenti asilo e rifugiati, interessati ad avviare un’iniziativa e diventare imprenditori. I destinatari devono essere maggiorenni, disoccupati e residenti o domiciliati in Sardegna da almeno sei mesi, almeno il 49% donne.
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