Formigoni “spregiudicato” fu ricompensato con oltre 6 milioni di euro

20 Giu 2017 19:31 - di Redazione

L’ex governatore lombardo Roberto Formigoni, condannato a sei anni per corruzione nell’ambito del caso Maugeri, non ha goduto delle attenuanti generiche perché “non è emerso all’esito del dibattimento, alcun elemento di positiva valutazione dei gravi fatti posti in essere dalla più alta carica politica della Regione Lombardia per un lungo periodo di tempo, con particolare pervicacia sotto il profilo del dolo, con palese abusi delle sue funzioni, con l’ausilio di intermediari, in modo particolarmente callido e spregiudicato, per fini marcatamente di lucro e con grave danno per la Regione e per il buon andamento della pubblica amministrazione”. E quanto scrivono nelle motivazioni della sentenza emessa nel dicembre dello scorso anno, i giudici della decima sezione penale. 

Per i giudici milanesi del processo celebrato sul caso relativo alla presunte corruzioni attorno alla fondazione Maugeri, l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni avrebbe “strumentalizzato le proprie prerogative di Presidente della giunta regionale a ‘copertura globale ‘degli interessi di Fondazione Maugeri” oltre che della Fondazione San Raffaele. In compenso Formigoni, affermano in sentenza i giudici, ha ricevuto diverse utilità divise  in sentenza in alcune macrocategorie: “imbarcazioni, vacanze di capodanno e altri viaggi, una villa in Arzachena, denaro contante e un finanziamento elettorale  di 600.000 euro” per un totale di circa 6,6 mln di euro, già oggetto di confisca.

Nelle motivazioni  i giudici di Milano spiegano poi che l’utilizzo degli yacht e le vacanze venivano offerte a Formigoni non “per amicizia”, come ha sempre sostenuto l’ex governatore ora senatore di Ap, ma nel suo interesse. “Sulla base delle qualificate testimonianze rese dai membri  degli equipaggi che hanno lavorato nel corso degli anni sugli  yacht utilizzati da Formigoni (e sulle imbarcazioni di Daccò) -scrivono i giudici- si puo’ senz’altro affermare che  Dacco’ e Simone ( Pierangelo Daccò e Antonio Simone, ex assessore alla Sanità, ndr) hanno sostenuto ingenti costi per acquistare e  mantenere, con le provviste provenienti dai pagamenti  corruttivi, lussuose imbarcazioni lasciate nella quasi  esclusiva disponibilità di Formigoni e della persone a lui  vicine”. 

 

 

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