Appendino non è indagata, ma qualcosa non funziona più tra la sindaca e i torinesi
Chiara Appendino non è iscritta nel registro degli indagati per la notte del 3 giugno 2017 che provocò 1527 feriti e la morte della giovane Erika Pioletti. E’ stata la stessa Procura a smentire la notizia, che circolava da ieri sera.
Tuttavia qualcosa non funziona più tra la Appendino e i torinesi. Prima si facevano distinzioni tra Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino, anche perché quest’ultima era risultata la sindaca più amata dai concittadini nella speciale classifica sul gradimento dei sindaci. L’altra, invece, era precipitata subito agli ultimi posti.
Ma ora anche Chiara Appendino rincorre Virginia lungo la parabola discendente che sembra non dare scampo alle due prime cittadine più rappresentative dei Cinquestelle. Colpa della serata di Champions, certo, ma non solo. L’impressione dei torinesi è che, nonostante le promesse, poco o nulla sia cambiato. Il quotidiano La Stampa, non a caso, due giorni fa riferiva impietoso che il gradimento della sindaca era calato in nove mesi dal 64% al 45%.
Non ha giovato all’immagine della sindaca anche la guerra delle bottiglie scatenatasi qualche sera fa a Torino in un quartiere della movida, con cariche della polizia e centri sociali, un tempo favorevoli alla Appendino, schierati in difesa delle bevute notturne. La polizia era scesa in campo per difendere proprio un’ordinanza della Appendino: il divieto di servire bevande in vetro dopo le 20. Un episodio che ha fatto tornare con prepotenza sotto i riflettori il problema irrisolto della sicurezza in città.
L’indagine a carico di Appendino, secondo quanto erroneamente riportato da alcuni siti, nascerebbe dalle querele presentate dai feriti in quella notte di panico e follia: una delle ultime querele pervenute è di un trentacinquenne che ha riportato la frattura di un femore.
Nel registro degli indagati figurano invece già i nomi dei vertici di Turismo Torino, la partecipata del Comune di Torino incaricata di organizzare la serata, Maurizio Montagnese e il dirigente Danilo Bessone.
Ora l’amministrazione Appendino è attesa a un’altra prova importante: il G7 dell’Industria, della Scienza e del Lavoro a settembre. Un appuntamento cruciale per il quale i centri sociali, capeggiati dallo storico Askatasuna, stanno già preparando una mobilitazione imponente.