Amatrice, la burocrazia stupida chiede di produrre le fatture sepolte dal sisma

25 Giu 2017 19:25 - di Paolo Lami

Si può chiedere a un artigiano, a un contadino, a un piccolo imprenditore messi in ginocchio dal terremoto di mostrare allo Stato le fatture rimaste sepolte nei mesi scorsi sotto le macerie assieme a macchinari, strumenti di lavoro, attrezzature, archivi, computer e hard disk? In teoria, no. Ma la burocrazia è notoriamente, di una stupidità feroce e immensa. E quella italiana riesce a detenere, da sempre, il primato in questo genere di cose. Accade così che il sindaco di Amatrice, l’inossidabile Sergio Pirozzi, si veda costretto a intervenire per raccontare l’ultima beffa che lo Stato italiano è riuscito a escogitare nei confronti di chi ha perso praticamente tutto sotto al terremoto.

A parole – ma non nei fatti, come si vedrà – lo Stato ha promesso agli imprenditori e agli artigiani che lavorano nelle zone terremotate tutta una serie di misure che dovrebbero – in teoria – aiutare il tessuto produttivo a ripartire. E così, al fianco di provvedimenti come la no tax area, ha promesso contributi per riacquistare attrezzatura e beni strumentali essenziali andati distrutti o danneggiati dal terremoto.

Senonché l’Ordinanza di Vasco Errani, ex-presidente della giunta regionale dell’Emilia-Romagna paracadutato da Renzi sulla poltrona di Commissario alla ricostruzione per il dopo terremoto, prevede che, spiega Pirozzi parecchio amareggiato «i beni per cui oggi l’impresa chiede il contributo, debbano trovarsi nel libro inventario o libro cespiti ammortizzati (per le imprese in regime di contabilità ordinaria) oppure debbano produrre le copie delle fatture di acquisto di quei beni (se l’impresa opera in regime di contabilità semplificata)».

«E’ chiaro che in una piccola realtà fatta di microimprese, come quella di Amatrice – spiega Pirozzi – sono tantissime le aziende che operano in regime di contabilità semplificata, e quindi esentate dalla tenuta dei libri inventario e cespiti, e che non sono in grado di presentare i documenti contabili relativi alle fatture in quanto seppelliti sotto le macerie, oppure perché li hanno ricevuti in eredità da qualche familiare».

Forte la preoccupazione dell’Amministrazione comunale di Amatrice che, «dall’analisi dei primi provvedimenti di concessione di contributi alle imprese per l’acquisto dei beni mobili strumentali danneggiati o distrutti dal sisma – pubblicati sul sito dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Lazio – ha riscontrato – rivela il sindaco – una altissima percentuale di “tagli” alle spese proposte dalle imprese di Amatrice per l’acquisto di beni strumentali essenziali per la ripresa e piena funzionalità delle attività produttive».

«Si tratta di beni strumentali indispensabili (banconi, frigoriferi, stigliature, forni, ecc), senza i quali – annota Pirozzi – l’impresa non può riaprire. E i “tagli” sono molto consistenti, per decine di migliaia di euro ad impresa, e che in alcuni casi portano addirittura a zero euro il contributo concedibile. Si tratta di tagli conseguenti alle condizioni di accesso al contributo previste nell‘Ordinanza del Commissario Errani, e che l’Ufficio per la Ricostruzione ha semplicemente applicato», spiega il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. Che aggiunge: «Da una analisi dei primi provvedimenti pubblicati sembrerebbe che i tagli derivino dalla mera impossibilità, da parte delle imprese, di produrre documenti contabili, come ad esempio le fatture di acquisto, rimaste sepolte sotto le macerie».

«Credo che se il principio ispiratore della norma è stato, come giusto, quello di mettere in condizioni le imprese di riacquistare i beni strumentali per riaprire al più presto la loro attività – osserva il sindaco di Amatrice – gli esiti di questi giorni ci dicono che la norma, così come scritta, non ci ha portato al risultato voluto. In questo modo le attività produttive di Amatrice non potranno riaprire, troppi i costi da sostenere, e ciò rende vano ogni altro provvedimento sin qui adottato dal governo, dalla no tax area, alle Sae, alla scuola, perché senza i nostri commercianti e artigiani Amatrice è destinata a morte sicura».

Domani Pirozzi vedrà il commissario Errani, a margine dell’incontro già fissato con il premier Gentiloni. «Sono sicuro – dice il sindaco di Amatrice – che il commissario saprà accogliere le giuste istanze di questo territorio martoriato e saprà trovare soluzioni adeguate affinché sia garantita la ripresa delle attività produttive di Amatrice. I nostri commercianti e i nostri artigiani hanno dimostrato in questi 10 mesi di essere fortemente attaccati alla loro città, e hanno voglia di ripartire. Non lasciamoli soli. Io non lo farò, a costo di ricorrere alla Contea, ossia al fondo delle donazioni, frutto della solidarietà e generosità degli italiani e del mondo intero».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *