Violenza e (poco) carcere: chi è Oprea, il romeno accusato dello stupro a Roma
Nel passato recente di Eduard Oprea, il romeno accusato dello stupro di Colle Oppio per aver violentato una turista australiana, c’è anche una torbida storia di stalking, che si è conclusa venerdì in una condanna a due anni e otto mesi, a fronte dei sei anni richiesti dal pm. I fatti, come si legge sul Messaggero, hanno inizio nel febbraio del 2015, quando Oprea, 41 anni, avrebbe cercato di uccidere C.A. aggredendola fisicamente. Una violenza che la 45enne denuncia immediatamente alle forze dell’ordine, facendo arrestare l’uomo. Per la donna, l’incubo sembra passato.
Il violentatore di Colle Oppio e le minacce a una connazionale
Ma quando pochi mesi dopo, si legge ancora sul Messaggero, Oprea esce dal carcere, subito si mette sulle tracce della connazionale. Vuole che lei si prostituisca per lui. Ma soprattutto pretende che ritiri quella denuncia, che lo aveva fatto stare quattro mesi in carcere con l’accusa di tentato omicidio ( poi derubrucato nel delitto di lesioni aggravate). Le incursioni dell’uomo sono continue. E ogni volta il copione è lo stesso: insulti e offese. Ma anche botte, come quando nel luglio del 2015, un suo amico cerca di difenderla dalla furia dell’uomo, finendo per essere aggredito brutalmente dentro un ristorante vicino Termini. «Ti getto l’acido in faccia», dice Oprea in continuazione alla donna. E le minacce di morte si protraggono per settimane, fino al 10 settembre del 2015, quando gli agenti vedono Oprea in via Giolitti gesticolare e inveire contro la connazionale. La donna lo denuncia di nuovo e Oprea viene arrestato.