Rita Pavone a “Cuore” aperto: quando Tremaglia mi fece conoscere i minatori in Belgio (VIDEO)

28 Mag 2017 17:54 - di Bianca Conte

Oltre 50 milioni di dischi venduti nel mondo. L’amore di Teddy Reno, la stima di Elvis Presley e quell’autografo voluto a tutti i costi da Pelè quando la incontrò in aeroporto per la prima versione ante-litteram del moderno selfie. Ma Rita Pavone è ancora di più, molto di più. Come da lei stessa raccontato in un’intervista – l’ultima appena concessa – al Corriere della sera in cui, tra ricordi e rimpianti, gioie e dolori, ricostruisce le tappe fondamentali della sua vita e della sua carriera, della donna e dell’artista, rivelando, anche se può sembrare impossibile dopo tanti anni di attività e di scoop, di gossip, confessioni e di servizi di copertina, qualche aspetto se non del tutto inedito, quantomeno singolare e poco conosciuto.

Rita Pavone a “Cuore” aperto

Come quello, per esempio, in cui lei stessa racconta, quando, perché e soprattutto per chi, le capitò di sfiorare l’universo della politica. E alla domanda, “tornando indietro si ricandiderebbe come nel 2006 nella lista «Per l’Italia nel Mondo» l’indomita Gian Burrasca risponde: «Mi feci convincere da Mirko Tremaglia. Avrei voluto correre in Sudamerica e invece mi ritrovai nella Ripartizione Europa… E comunque no, ho capito che la politica è solo un dare e avere, non c’è sincerità. Però feci bellissimi incontri, come con gli ex minatori del Belgio». Un capitolo, per quanto importante, passeggero, nella intensa quotidianità di colei che è stata, senza ombra di dubbio, la prima vera star della musica leggera italiana. Una personalità, un’artista, a cui persino l’America aveva aperto le porte ma che lei, ancora giovane e sotto il controllo e la responsabilità dei genitori, dovette accettare di vedersi chiudere alle sue spalle, e dopo aver diviso il palco con miti del calibro di Duke Ellington ed Ella Fitzgerald (“Mi chiese una foto per suo figlio”) ma, soprattutto, dopo aver incontrato Elvis Presley quando, racconta al Corriere, “a Nashville dovevo registrare il terzo Lp americano con Chet Atkins. Seppi che quella sera sarebbe venuto e chiesi di vederlo. No chance, risposero. Allora finsi di piangere per commuoverli e promisero di provarci”.

Quell’incontro con i minatori grazie a Mirko Tremaglia

The King, però, sarebbe arrivato solo a mezzanotte, preceduto dal proverbiale stuolo di tuttofare, segretarie e legali, pronto a dirle: “Oh, you are the italian girl, I know you, tu sei la ragazza italiana, ti conosco. Mi aveva vista all’Ed Sullivan Show, il programma televisivo più famoso del momento”. Rita chiese al mitico Elvis una foto, lui le fece regalare un dipinto, “grande come un poster”. “Poi mi fece una carezza e se ne andò”, dileguandosi nella dimensione sulfurea e intangibile del mito: quel mito americano che ancora oggi Rita Pavone rimpiange. Non rimpiange, invece, di non aver tentato l’impresa della discesa in politica a cui, un lungimirante Tremaglia, avrebbe voluto iniziarla. Di quel mondo sfiorato appena, però, ricorda il toccante incontro con i minatori di Bruxelles a cui, anche se non lo ha detto, sicuramente avrà dedicato una sua commossa interpretazione di Cuore, di cui lei stessa riconosce: «Cuore ha venduto un milione e mezzo di dischi: è una delle più moderne, la signature song, la canzone che ti identifica». E, nel suo caso, è proprio vero.

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