Renzi, incoronazione scontata: oltre il 70%. Ma per l’Italia è sempre notte
Nessun brivido, nessuna sorpresa nello spoglio delle schede alle primarie del Pd: Renzi ha ottenuto oltre il 70% dei consensi. Orlando è intorno al 21 ed Emiliano intorno all’8. Buona anche l’affluenza: quasi 2 milioni di voti, ma nel 2013 erano stati 3 milioni, segno evidente di un calo di tensione politica e di un disincanto crescente nel “popolo” del Pd. Si fanno sentire la botta del referendum perduto, la scissione di Bersani, D’Alema e Speranza, la delusione per le promesse tradite in quasi 3 anni di governo renziano: per l’Italia è sempre notte, come evidenziano impietosamente i dati su Pil, povertà, disoccupazione, debito pubblico.
Il fair play di Emiliano e Orlando
Fair play e nessuna recriminazione da parte dei candidati sconfitti. “Ho chiamato Matteo Renzi per fargli le mie congratulazioni e confermargli la mia lealtà e sincerità, sono certo, dal tono che ho sentito al telefono parlandogli che egli sente la particolarità del momento”: così Cesare Emiliano. E, da parte sua, Orlando ha dichiarato: “Larga vittoria di Renzi, gli ho già telefonato per augurargli buon lavoro”. E poi ha aggiunto:. “Sono convinto che partito costruirà il centro sinistra”.
Euforia dei renziani
C’è naturalmente euforia tra i renziani di provata fede. “Non è una rivincita, è una grande festa”, dice la fedelissima Maria Elena Boschi. “Le primarie di oggi sono una bella bombola di ossigeno”, dice a sua volta Matteo Richetti, portavoce della mozione Renzi. “Questa è una giornata d’orgoglio per tutti noi, la vittoria che si profila è oltre le nostre aspettative, ora lavoreremo per un partito plurale e aperto”, annuncia il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. E lo stesso Renzi si abbandona a toni trionfalistici su un foglietto poi fotografato e postato su Instagram. “Una responsabilità straordinaria. Grazie di cuore a questa comunità di donne e uomini che credono nell’Italia, avanti insieme”.
Per Renzi un’agenda piena di grattacapi
Ma da domani l’agenda del riconfermato segretario s’annuncia fitta di grattacapi. A partire dalla legge elettorale e dalle alleanze. Avverte Gianni Cuperlo: “Da domani si dovrà riflettere su chi è uscito dal Pd. Il Pd da solo non governa o si costruisce un partito inclusivo, allargando il perimetro del centrosinistra a una coalizione, o si rischia molto”. Da parte sua, il solito Richetti fa sapere: “No al ritorno al proporzionale, sì ad un sistema maggioritario, disponibili a togliere i capilista bloccati”. E poi c’è il nodo governo. E’ nota la voglia di Renzi di liquidare Gentiloni (che gli ha telefonato dal Kuwait per congratularsi) e andare in autunno alle elezioni anticipate. Ma Cesare Damiano avverte: “Spero che Renzi non prenda l’abbrivio per mettere in discussione il governo. La legislatura deve finire perché ci sono tanti provvedimenti sociali da approvare”.
Su Facebook: “Questa è l’ultima vittoria di Renzi”
Insomma, dopo i brindisi, per Renzi e i suoi, ci sarà da sudare. La situazione politica rimane complicata. Ma, soprattutto, il Paese è livido e disperato. I quasi 2 milioni di elettori delle primarie del Pd non sono altro che una minoranza politicizzata dell’Italia, con tratti di autoreferenzialità. Una perfida battuta già gira su Facebook: “Questa è l’ultima vittoria di Renzi”.