Nuovo attacco islamico in Somalia. L’Onu non interviene ma chiede soldi
Almeno tre uomini della sicurezza somala e l’attentatore hanno perso la vita a causa dell’esplosione di un’autobomba a Mogadiscio, la seconda in una settimana, nel distretto di Wadajir, dove il veicolo imbottito di esplosivo era stato fermato a un checkpoint. Lo ha reso noto una fonte della polizia somala alla Xinhua affermando che nell’attacco sferrato da al-Shabab hanno perso la vita due poliziotti e un soldato dell’intelligence. ”Abbiamo ucciso l’autista dell’auto quando si è avvicinato al checkpoint, ma la bomba è esplosa nonostante il tentativo di disinnescarla”, ha detto il poliziotto Mohamed Dahir alla Xinhua. Il gruppo militante di al-Shabab ha rivendicato la responsibilità dell’attacco.
E l’Onu continua a chiedere soldi per la Somalia
È necessario raccogliere altri 900 milioni di dollari entro la fine dell’anno per aiutare le oltre sei milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria in Somalia, dove 275mila bambini malnutriti rischiano morire di fame. È l’appello lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres nel discorso di apertura della conferenza internazionale sulla Somalia in corso a Londra. ”Questa mattina presentiamo il piano di risposta umanitaria previsto per raccogliere altri 900 milioni di dollari entro la fine dell’anno”, ha detto Guterres. Finora in Somalia è stata scongiurata una carestia, ha proseguito il segretario generale dell’Onu, ma ”temiamo il peggio”. La conferenza è co-presieduta da Guterres, dal premier britannico Theresa May e dal presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed. Il direttore di Save the Children Keven Watkins ha detto che il paese africano “continua ad andare alla deriva verso una carestia evitabile” e ha sollecitato una “azione decisiva”, tra cui un maggiore aiuto da parte della Banca Mondiale.