A Milano solo immigrati, rom e big della sinistra, ma i milanesi restano a casa
Da Boldrini alla Kyenge, dalla Bonino a Bersani. Da Grasso a D’Alema. I big della sinistra c’erano tutti al corteo di Milano per la solidarietà ai migranti. Decine di migliaia di persone, secondo gli organizzatori, hanno sfilato da Porta Venezia fino al Parco Sempione, in piazza del Cannone. Partecipanti che, per la maggior parte erano immigrati che vivono in Italia. Dalla comunità cinese a quelle dei latinos, dalle comunità africane alle rappresentanze dei rom e dei sinti. Tanti colori, tante etnie, come in una vecchia pubblicità della Benetton. Al netto dei politici locali e nazionali, delle varie autorità istituzionali (i due presidenti delle Camere e il ministro Martina) di cittadini milanesi non legati alle realtà politiche se ne sono visti pochi.
Sala contestato al corteo per gli immigrati
A movimentare il corteo, a metà circa della manifestazione, una contestazione al sindaco Giuseppe Sala, quando un gruppo di appartenenti al Cantiere ha cominciato ad urlare, alla volta del sindaco e di Giorgio Gori -primo cittadino di Bergamo- slogan del tipo ”Minniti razzista” sventolando uno striscione con scritto Pd peggior destra. Quelli che riguardano l’immigrazione, l’accoglienza e la sicurezza «sono temi delicati su cui è difficile mettere d’accordo tutti. Minniti sta facendo un lavoro difficile, ma sta provando a trovare delle soluzioni», ha detto Sala.
Immigrati contro Salvini: la replica del leader leghista
Nella folla il radicale Marco Cappato con un banchetto per raccogliere le firme contro la legge Bossi-Fini. Con la legge sull’immigrazione nel mirino dei manifestanti anche il leader leghista Matteo Salvini. Slogan e scritte contro Salvini hanno tenuto banco. Tanto da scatenare una reazione, via Facebook, dello stesso Salvini che ha postato la foto di un immigrato con una scritta contro di lui con questa replica: “13 mila morti, 500 mila sbarchi, 10 miliardi buttati via…Vergognati tu e i tuoi amici buonisti!”
«Milano oggi esprime il futuro del Paese. Più integrazione e più legalità danno più sicurezza», ha arringato dal palco la radicale Emma Bonino, che ha chiesto il superamento della legge Bossi-Fini. «Dobbiamo imparare a rimanere umani», ha aggiunto. «Di queste persone ne abbiamo bisogno, lavorano nelle nostre case, nei nostri campi, nelle nostre imprese e vanno a scuola con nostri bambini». Si è rivisto anche l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Sono qua perché questo 20 maggio è una specie di 25 aprile dei tempi nuovi. A girare qui dentro quanta allegria e sicurezza si percepiscono», le parole invece di Pierluigi Bersani. «Serve un’idea intelligente e forte della sicurezza», ha aggiunto. Idea che difficilmente può arrivare da lui.