Milano, il tunisino che ha accoltellato i poliziotti fa il pentito: «Ero arrabbiato»
«Mi dispiace quello che è successo, ero arrabbiato». Ora non è più aggressivo, come altra sera, quando ha accoltellato i poliziotti. Con tono dimesso, Ismail Hosni, il 20enne italo-tunisino arrestato per aver accoltellato due militari e un poliziotto della Polfer in stazione Centrale a Milano, chiede scusa attraverso il suo legale, Giuseppina Regina. Il giovane è in carcere a San Vittore con l’accusa di tentato omicidio ed è indagato per terrorismo internazionale. Il 24 settembre del 2016 il ragazzo avevapostato un video inneggiante all’Isis su Facebook. “Il più bell’inno dell’Isis che abbia mai sentito in vita mia”, era la traduzione dall’arabo del commento di Hosni che accompagnava il video. Non è l’unico filmato inneggiante all’Isis postato su Facebook da Hosni.
Una perizia psichiatrica per l’aggressore
Ismail Hosni sarà sottoposto a perizia psichiatrica. A chiederla al giudice delle indagini preliminari sarà il suo legale d’ufficio Giuseppina Regina, spiegando che si tratta di una scelta legata sia “al vissuto familiare” del giovane, che alle “sue condizioni attuali”. Il ragazzo, detenuto a San Vittore nel reparto di “alta sicurezza”, è apparsa “tranquillo”, ma allo stesso tempo “apatico” e come ragionamenti “mostra meno dei suoi 20 anni”, spiega l’avvocato che gli ha fatto visita in giornata. Ismail, arrestato per tentato omicidio e indagato per terrorismo internazionale, ha raccontato di “vivere in strada, in zona stazione Centrale, da un anno e mezzo”, esperienza simile già vissuta in Tunisia dove si trasferisce da piccolo insieme al padre e dove studia fino alla terza media, avendo come riferimento la nonna. “Poi ha deciso di venire in Italia – spiega l’avvocato Regina – perché sperava di trovare un lavoro. In passato racconta di essere stato seguito da servizi sociali, ‘sono giovane e volevo lavorare’ mi ha ripetuto ma ‘ho chiesto aiuto e nessuno mi ha aiutato'”. Nè l’aiuto della zia, suo punto di riferimento, né un riavvicinamento con la madre che vive in un piccolo paese in provincia di Foggia bastano. Ismail è stato controllato più volte dalle forze dell’ordine e lo scorso novembre è stato arrestato a Milano per spaccio, il quadro è quello di un “ragazzo in estrema difficoltà”, aggiunge l’avvocato. Il giovane è stato visitato in giornata da uno psichiatra e sarà sottoposto a esami tossicologici.
Si indaga sulla rete di contatti del tunisino
Foto, rete di relazioni e profilo psicologico di Ismail Hosni sono i dettagli che gli investigatori stanno mettendo insieme per cercare di ricostruire quanto accaduto ieri sera. Come in una sorta di puzzle, gli inquirenti stanno provare a tratteggiare il profilo di chi, di fronte a un normale controllo di documenti, ha avuto una reazione spropositata. Un eccesso di ira, quasi come se fosse pronto a colpire, che insieme a frequentazioni e a un “cambio di look” potrebbe far ipotizzare che il giovane stesse iniziando un percorso di radicalizzazione islamica. Il 20enne arrestato, già noto per reati in materia di droga e arrestato lo scorso novembre dalla stessa Polizia ferroviaria, negli ultimi mesi mostra – nel suo profilo Facebook ora oscurato e nelle foto segnaletiche – trasformazioni evidenti: da abiti colorati e il viso sbarbato a indumenti scuri e una barba evidente. Il senso di abbandono e solitudine familiare, le difficoltà di inserimento a Milano, le frequentazioni in via Padova – il giovane viveva in zona Quarto Oggiaro ma bivaccava spesso in stazione Centrale -, lo renderebbero di fatto un ‘bersaglio’ perfetto della propaganda dell’Isis. Un’ipotesi che potrebbe essere avvalorata ricostruendo la sua rete di relazioni – Ismail non aveva con sé un cellulare, né è stato sequestrato un pc nell’auto usata come casa – a partire dall’uomo con cui è stato arrestato lo scorso novembre per droga. Contatti sui social network e amicizie reali potrebbero restituire il suo profilo: o di un ‘nomade’ che ieri ha reagito in modo spropositato oppure di un giovane pronto ad arruolarsi nell’esercito dell’Isis. Il 20enne che deve rispondere di tentato omicidio ed è indagato per terrorismo internazionale sarà ascoltato dal gip, entro lunedì, per la convalida dell’arresto.