Legge elettorale, la Meloni avverte gli alleati: «Renzi ci sta dividendo»
Da Genova, dove impegnato per la campagna elettorale, il ministro Giuliano Del Rio prova smorzare la sfilza di sospetti che si sono addensati sul Pd a seguito dell’apertura di Berlusconi all’ipotesi di elezioni politiche in autunno in cambio di una modifica del rosatellum, la proposta di legge elettorale firmata dal capogruppo di Renzi alla Camera Ettore Rosato e su cui hanno già dato la propria disponibilità la Lega di Salvini e il M5S di Grillo.
Del Rio: «Nessuno scambio con Berlusconi»
«La legge elettorale – precisa Del Rio – non è una merce di scambio. Il Pd non chiede elezioni anticipate e quindi non c’è nessuno scambio da fare». Le sue parole, però, non convincono più di tanto. Di certo non cambia idea Angelino Alfano, ministro e leader di Ap, terrorizzato dallo sbarramento al 5 per cento che terrebbe lui e i suoi fuori dal Parlamento. Dopotutto, è pur sempre un alleato e socio, seppur di minoranza della coalizione che sostiene il governo. «Sulla legge elettorale sembra che il Pd stia coltivando alleanze che prescindono dall’alleanza di governo, quindi – avverte Alfano – noi riteniamo di avere le mani libere per sostenere le nostre tesi». Ma l’apertura dl Cavaliere semina dubbi e perplessità anche nel centrodestra. Per Roberto Calderoli, un mago dei complicati sistemi elettorali, la sostituzione in corso d’opera del rosatellum con il modello tedesco fatto balenare da Berlusconi è un vero e proprio colpo di scena: «Che lo proponga Berlusconi – spiega – posso comprenderlo, ma è evidente che se Renzi dovesse aprire a questa ipotesi significherebbe che il “patto del Nazareno bis” lo hanno già sottoscritto».
La Meloni: proposta unitaria sulla legge elettorale
Per Calderoli, dunque, seppur sottobraccio, l’intesa Renzi-Cavaliere è già operativa e lui prova a forzarla entrando nel merito: «Peccato – aggiunge infatti – che il sistema tedesco puro non sia realizzabile in Italia in quanto la Germania ha un numero di deputati variabile a differenza del nostro Parlamento dove i numeri sono definiti per Costituzione e non si possono modificare con la legge elettorale». Morale: un “vero” sistema tedesco presupporrebbe «anche una riforma costituzionale». Convinta della necessità di una proposta unitaria del centrodestra sulla legge elettorale è Giorgia Meloni, che critica gli alleati per aver «preferito trattare direttamente con Renzi» e col Pd. «Io non penso che questa sia la strada – spiega la leader di Fdi-An -, perché Renzi tratta con uno o con l’altro semplicemente per indebolirci tutti».
Perdonate la mia ignoranza ma questo sistema tedesco cos’e` e cosa ha di tanto magico?