Il direttore della Cia va a sorpresa a Seul: la resa dei conti è vicina?
Le condizioni per un incontro tra il presidente Usa Donald Trump e il leader della Corea del Nord Kim Jon-Un non ci sono adesso. Lo precisa il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, spiegando che “deve sicuramente venire meno l’atteggiamento provocatorio” di Pyongyang perché si possa ipotizzare un incontro. “Chiaramente – puntualizza ancora Spicer – in questo momento non ci sono le condizioni”. La Corea del Nord è pronta a condurre il sesto test nucleare “in qualsiasi momento”. La nuova minaccia è arrivata da un portavoce del ministero della Difesa di Pyongyang, secondo cui il regno eremita è “totalmente pronto a rispondere a ogni misura presa dagli Stati Uniti”. Il regime, ha detto il portavoce citato dall’agenzia di stampa nordcoreana Kcna, continuerà a rafforzare le sue capacità in materia di “attacchi nucleari preventivi”, a meno che Washington non rinunci alle sue politiche ostili. “Le misure della Repubblica popolare democratica di Corea per rafforzare al massimo la forza nucleare saranno portate avanti con successo in qualsiasi momento e nel luogo che deciderà la leadership suprema”, ha concluso, riferendosi alla possibilità di un sesto test nucleare.
Il direttore della Cia è andato a Seul
Che qualcosa stia accadendo, lo prova il fatto che il direttore della Cia, Mike Pompeo, è andato a Seul per una visita a sorpresa, nel pieno delle tensioni tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord per il suo programma nucleare e missilistico. Ne ha dato notizia l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, che cita fonti del governo di Seul, secondo cui Pompeo ha incontrato il direttore dell’intelligence, Lee Byung-ho, l’ambasciatore ad interim americano, Marc Knapper, il comandante delle forze americane in Corea, il generale Vincent K. Brooks, ed alti funzionari dell’ufficio presidenziale. Un portavoce dell’ambasciata americana ha confermato la visita, precisando che il direttore della Central intelligence agency ha avuto incontri con i vertici militari americani e con funzionari della rappresentanza diplomatica. Secondo la stessa Yonhap, Pompeo è arrivato a Seul sabato scorso, lo stesso giorno in cui la Corea del Nord ha condotto un nuovo test missilistico, fallito.
Tokyo manda una nave da guerra
Intanto il Giappone ha inviato un cacciatorpediniere per scortare la flotta della marina americana entrata ieri nelle acque del Mare del Giappone per prevenire la minaccia nordcoreana. Secondo quanto riferiscono i media locali, l’unità Izumo, che permette il decollo simultaneo di 5 elicotteri, è partita oggi dalla base navale di Yokosuka, a sud ovest Tokyo, e dovrà scortare in particolare una nave appoggio americana con i rifornimenti per la flotta Usa nella regione. È la prima operazione di questo tipo dopo che il governo giapponese ha approvato una legge controversa che consente alle forze armate di intervenire a sostegno di un alleato sotto attacco. Una normativa che secondo molti critici viola la costituzione pacifista del Giappone, poiché l’articolo 9 della carta vieta l’uso della forza per risolvere le controversie internazionali.