GB, la May non parteciperà ai dibattiti in tv: segno di sicurezza o di debolezza?
Che succede al di là della Manica? Da vari giorni arrivano notizie sul fatto che l’esito delle elezioni non sia più tanto scontato, vista la rimonta del laburista Jeremy Corbyn sulla premier Theresa May, rimonta accreditata dai sondaggipiù recenti. Il distacco tra i due leader rimane comunque consistente: 5-6per cento in favore della May. Ma segnali di nervismo cominciano ad arrivare dal fronte dei Tories. Alcuni analisti prospettano la possibilità che i conservatori, ancorché vincitori, perdano seggi nel prossimo Parlamento, al punto che sarebbe problematico per la May formare una maggioranza. Il Telegraph prospettava ieri le possibilità che ai Tories vengano a mancare una ventina di seggi. Per Corbyn sarebbe comunque un successo ottenere più voti di quanti ne ottene l’ex leader laburista Miliband, che nelle elezioni di due anni fu letteralmente strapazzato da Cameron. Corbyn, che ha spostato il Labour su posizioni stataliste e antiliberiste, è osteggiato dai parlamentari del suo partito, quasi tutti di fede globalista e blairiana. Però l’attuale leader sembra avere un vastoso seguito tra i militanti laburisti.
Fatto sta che Theresa May ha confermato la sua decisione di non partecipare ai dibattiti televisivi insieme agli altri leader di partito. «Credo che i dibattiti dove i politici litigano tra di loro non servano al processo elettorale», ha detto la premier conservatrice durante un evento elettorale a Bath. Quanto al «duello» tv con Corbyn, che invece stasera parteciperà al dibattito tv organizzato dalla Bbc, la May ha detto di essersi già confrontata per settimane con il leader laburista in Parlamento durante il question time, prima che Westminster chiudesse i battenti in vista delle elezioni dell’8 giugno. Molti a questo punto si chiedono: per la May si tratta di un segno di sicurezza o di debolezza?