G7, la dichiarazione finale già messa a punto dagli “sherpa”. Abe il primo ad arrivare

25 Mag 2017 18:06 - di Giovanni Trotta

I Paesi partecipanti al G7 di Taormina in programma domani e sabato sono: il primo ministro canadese Justin Trudeau, il primo ministro britannico Theresa May, il presidente americano Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il primo ministro Paolo Gentiloni, il primo ministro giapponese Shinzo Abe e, per l’Unione Europea, il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker e il presidente del Consiglio Donald Tusk. Ed è stato proprio Shinzo Abe il primo dei grandi del G7 ad essere arrivato alla base militare di Sigonella, nei pressi di Catania. Abe è arrivato all’aeroporto militare accompagnato dalla moglie. Nella notte sono attesi gli altri grandi della terra in vista del G7 di domani e sabato a Taormina. Quando i leader del G7 si siederanno domani e sabato al tavolo del negoziato a Taormina, buona parte della dichiarazione finale del vertice sarà già stata messa a punto dagli sherpa, che solitamente lasciano ai capi di Stato e di governo i punti più controversi sui quali non è stata raggiunta un’intesa. Gli sherpa sono i rappresentanti personali dei leader che preparano il summit durante mesi di riunioni e di trattative. La dizione sherpa – che venne usata per la prima volta nel 1977 dall’Economist – deriva dal nome delle guide e dei portatori di alta quota nepalesi ingaggiati per le spedizioni himalayane. E proprio come le famose guide che accompagnano gli scalatori in cima all’Everest, il loro compito è strategico e senza di loro sarebbe molto difficile arrivare al vertice.

32mila gli accrediti concessi dal G7

Lo sherpa italiano è Raffaele Trombetta: classe 1960, origini napoletane, da più di trent’anni in diplomazia, dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Napoli e un Master in Studi Europei alla London School of Economics, ha ricoperto incarichi a Bogotà, Londra, Bruxelles e Pechino. Già vice direttore generale per l’Unione Europea e direttore centrale per l’Integrazione europea, nel gennaio del 2013 viene nominato ambasciatore d’Italia in Brasile. Nel 2016 rientra a Roma come capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e nel gennaio del 2017 assume l’incarico di rappresentante personale e sherpa del presidente del Consiglio per il G7 e per il G20. A negoziare per il conto del neo presidente Usa, Donald Trump, è Kenneth I. Juster, classe ’54. L’attuale consigliere del presidente per gli affari economici internazionali è stato ex sottosegretario al Commercio per l’industria e la sicurezza dal 2001 al 2005 durante la presidenza di George W. Bush alla Casa Bianca. In precedenza, dal 1992 al 1993, era stato consigliere al dipartimento di Stato Usa durante la presidenza di Bush Padre. Per la kermesse saranno oltre 32 mila gli accrediti emessi dall’organizzazione nell’ambito del G7 di Taormina. Una mastodontica macchina organizzativa messa in moto già diversi mesi fa, quando, a sorpresa, l’ex premier Matteo Renzi scelse Taormina come sede del G7. Oltre tremila sono i giornalisti accreditati, provenienti da tutto il mondo, il resto sono residenti e delegati. Le richieste dai giornalisti sono arrivate da tutte le parti del mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, dalla Germania all’Inghilterra. Per l’Italia si tratta della sesta volta dopo Venezia (’80 e ’87), Napoli (’94), Genova (2001) e L’Aquila (2009). I delegati, oltre seimila, fanno parte dell’organizzazione dei sette grandi del mondo. Il resto degli accrediti, con tanto di foto e timbro, riguarda gli abitanti del centro di Taormina, nel tratto che va da Porta Messina a Porta Catania.

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