Fazio e Saviano: i “soliti noti” di sinistra su Rai1 per Falcone e Borsellino…

15 Mag 2017 15:24 - di Robert Perdicchi

Saranno loro, i soliti noti della tv pubblica, Fabio Fazio e Roberto Saviano, icone della sinistra televisiva e politica,  a raccontarci gli eroi di tutti, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, manco avessero l’esclusiva dell’Antimafia sulla televisione pubblica. Il conduttore dallo stipendio d’oro, che minaccia di lasciare la Rai in caso di tagli, sarà affiancato dallo scritttore “prezzemolino” che tutti i giorni, dai social, bacchetta chiunque incappi in errori poltici o giudiziari saltellando da “Amici” alle cronache giudiziarie dei format giornalistici. 

Il 23 maggio Fazio e Saviano ci spiegheranno chi erano i due giudici assassinati da Cosa Nostra, su Rai1,  a 25 anni di distanza dagli attentati di Capaci e di via D’Amelio. In diretta da Palermo andrà in onda “Falcone e Borsellino”, un’orazione civile che vuole onorare il ricordo dei due grandi magistrati e delle loro scorte che insieme a loro persero la vita. Una vera e propria passerella, per il circoletto di autori e comparse faziane, visto che la serata si preannuncia “a metà fra la narrazione, la scrittura teatrale e il racconto di cronaca in una forma quasi documentaristica”.  Il racconto, “certamente emotivo ma anche il più oggettivo possibile”, non seguirà un ordine cronologico: le due storie – annuncia la produzione – si intrecceranno come i sentimenti di chi pensa ai due magistrati e alle scorte: i loro nomi sono inscindibili come sono inscindibili i sentimenti di chi li ricorda. Per questo la storia partirà da Via d’Amelio e finirà a Capaci, per ribaltare le due date e arrivare a un finale che vuole dare il segno della speranza”.

Annunciate presenze importanti, vip e non vip, tutte dalla stessa provenienza politica, da Pif a Don Luigi Ciotti,  a Fiorella Mannoia, Ottavia Piccolo, Nicola Piovani, Luca Zingaretti..  Anche se, assicura Fazio, “ci rivolgeremo a tutti ma soprattutto ai più giovani e a coloro che in quel tragico 1992  ancora non erano nati perché tutti debbono sapere…”. A tutti, speriamo bene.

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