Epidemia di meningite in Nigeria: è collegata con quella italiana?
Nel nord della Nigeria migliaia di uomini, donne e bambini sono stati colpiti dalla peggiore epidemia di meningite batterica degli ultimi 9 anni. Circa 6 mesi dopo che i primi casi sono stati registrati nello stato dello Zamfara, il ministero della Salute nigeriano sta ancora cercando a fatica di combattere questa epidemia che si è diffusa in 7 Stati del Paese africano. Dal mese di febbraio, quando l’epidemia è stata ufficialmente dichiarata, Medici senza frontiere supporta le autorità sanitarie nella sorveglianza epidemiologica e nella gestione dei casi nelle località più colpite. Quello che non spiega Msf né lo spiega il ministero della Salute, è se la recrudescenza della malattia in Italia sia collegata con l’arrivo dei clandestini o meno. Ciononostante, sottolinea Msf, la lentezza del sistema di risposta del Paese e la carenza di vaccini stanno ostacolando il lavoro. Alla fine di aprile – riferisce la Ong – il ministero della Salute ha riportato 9.646 casi sospetti e un totale di 839 morti dalla fine del 2016. Il 1 maggio Msf è stata finalmente in grado di unirsi a una campagna di vaccinazione lanciata dalle autorità sanitarie nello Stato di Sokoto. Nelle 3 aree più colpite, 25 équipe di Msf hanno vaccinato circa 850 persone al giorno per 7 giorni al fine di raggiungere 148.000 persone – su un totale di 800.000 – tra 1 e 20 anni di età. Un’altra campagna che mira a raggiungere circa 130.000 persone inizierà nel corso del mese nelle 4 aree più colpite dello stato di Yobe.
In uno Stato della Nigeria servono tre milioni di vaccini
Nonostante queste campagne di vaccinazione siano una tappa cruciale per fermare il diffondersi dell’epidemia, Msf è preoccupata della risposta tardiva alla crisi in Paese dove le epidemie di meningite non sono rare. “Il sistema di allerta rapida e la risposta tempestiva devono essere rafforzati, così come deve essere definita meglio la strategia di implementazione, per ridurre il più possibile l’impatto dell’epidemia”, spiega Philip Aruna, capo missione di Msn in Nigeria. Ancora più preoccupante è la carenza globale di vaccini contro il meningococco del gruppo C, che ha contribuito alla risposta tardiva e aumentato il tasso di mortalità in Nigeria. “L’epidemia si sta diffondendo velocemente e siamo preoccupati perché non ci sono abbastanza vaccini per coprire la popolazione colpita”,
prosegue Aruna. Nello stato di Sokoto, per esempio, servirebbero 3 milioni di vaccini per lanciare una campagna di massa, ma ne sono disponibili solo 800.000. Una tale quantità permette di effettuare solamente una campagna reattiva, con équipe che agiscono rapidamente per prevenire che la malattia si diffonda. Per affrontare queste sfide logistiche e ridurre il tasso di mortalità, Msf insiste sulla necessità che i centri sanitari siano decentralizzati in modo che tutti i malati, anche nelle aree lontane, possano avere accesso a cure sanitarie gratuite e di qualità e a test diagnostici opportuni per confermare velocemente i casi e prevenire le diagnosi sbagliate. E’ cruciale inoltre la messa a punto di misure preventive adeguate per evitare un’altra risposta tardiva quando la prossima epidemia di m meningite inevitabilmente avrà luogo.