Economia, l’Istat non vede la ripresa: «La dinamicità stenta a rafforzarsi»

5 Mag 2017 11:57 - di Redazione

 

L’economia italiana fotografata dall’Istat nella Nota mensile, come si dice di alcuni motori d’auto, è di quelle che non reggono il minimo. Tende a spegnersi. Gli elementi di dinamicità, che pure non mancano sul versante dell’offerta e del commercio estero, secondo il nostro Istituto di statistica «stentano a rafforzarsi». L’occupazione è infatti in una fase di stabilizzazione mentre i prezzi registrano un nuovo aumento. L’indicatore anticipatore rimane positivo ma  – avverte l’Istat «evidenzia una decelerazione».

La Nota dell’Istat sul trimestre dicembre-febbraio

I pochi dati positivi evidenziati dalla Nota, relativamente al trimestre dicembre-febbraio, riguardano la produzione industriale (+0,7 per cento), il fatturato dell’industria (+2,6), con variazioni positive per tutti i comparti tranne i beni di consumo (-0,2 per cento), la componente estera degli ordinativi (+6,1) e un aumento più contenuto di quella interna (+3,5). Migliorano anche gli scambi con l’estero: le esportazioni hanno segnato +3,7 per cento e le importazioni +5,6. Chi, al contrario, mostra ancora segni di difficoltà è il settore delle costruzioni. Febbraio (+4,6 per cento) è andato meglio di gennaio (-4 per cento). Nella media del trimestre dicembre-febbraio la produzione è migliorata rispetto ai tre mesi precedenti solo dell’1 per cento. Secondo l’Istat, va decisamente male nel commercio al dettaglio (-0,7 per cento). Un calo determinato da una marcata riduzione per i beni alimentari (-2,0) e da una variazione nulla per quelli non alimentari, complice anche l’aumento dei prezzi. Nella media del trimestre dicembre-febbraio il volume è risultato in diminuzione dello 0,2. Quanto al mercato del lavoro in Italia, a marzo il tasso di disoccupazione si è attestato all’11,7 per cento, valore distante da quello dell’area dell‘euro (9,5). Ad aumentare sono i disoccupati con 50 anni e più (+5,9 per cento a fronte di una diminuzione di inattivi di 50-64 anni), mentre si sono contratti i disoccupati 15-24-enni (-11,9 a fronte, in questo caso, di una crescita di inattivi).

I consumatori: «La situazione peggiora»

Volendo fare una sintesi della nota Istat, si può dire che i consumi per la famiglia sono in frenata, le vendite al dettaglio sono calate, l’inflazione riduce il potere d’acquisto delle famiglie e l’occupazione cresce poco. Commenta così i dati Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc): «Le cose invece di migliorare stanno peggiorando. Anche gli indicatori che restano positivi, infatti, registrano un rallentamento rispetto all’inizio dell’anno».

 

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