Dai nuovi voucher proposti dal Pd arriva un’altra mazzata alle famiglie
Di fronte alle minacce della sinistra di Bersani e Speranza di togliere il sostegno al governo e di farlo cadere, il Pd ci ha ripensato ancora e prova a correggere il tiro su quell’emendamento che di fatto reintroduce i voucher sotto mentite spoglie, nonostante l’esito del voto referendario. «I voucher sono stati cancellati con un decreto e non torneranno. Chi sostiene il contrario, non dice la verità. Con l’aggravante di voler lasciare nell’illegalità quelle tante piccole prestazioni di lavoro occasionale di modesta entità economica, che oggi non trovano alcuna tutela nel nostro ordinamento», dichiara la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. «”Il testo presentato oggi in commissione Bilancio dal relatore Mauro Guerra – prosegue la ministra – fissa paletti ben precisi in merito alla regolamentazione del lavoro occasionale, che impediranno le forme di abuso prodotte dal sistema dei voucher. In particolare, è introdotta per la prima volta una definizione di lavoro occasionale basata su identici limiti economici applicabili a tutti i prestatori e a tutti gli utilizzatori occasionali individuati dalla nuova disciplina: famiglie, microimprese fino a 5 dipendenti e pubbliche amministrazioni in presenza di esigenze temporanee ed eccezionali». «Ciascuno – sostiene la Finocchiaro – potrà acquisire o rendere prestazioni occasionali entro il limite massimo complessivo di 5.000 euro all’anno, mentre non potranno superare i 2.500 euro i compensi ricevuti in un anno dal singolo prestatore da parte del medesimo utilizzatore: un vincolo di per sé idoneo ad escludere ogni possibilità di ricorso sistematico al lavoro occasionale, in sostituzione di altri rapporti contrattuali. ‘Le famiglie – spiega ancora il ministro – potranno utilizzare a questo scopo il ‘Libretto Famiglia’, un libretto nominativo prefinanziato, acquistabile attraverso il portale Inps o presso gli uffici postali, per il pagamento di prestazioni occasionali nell’ambito di piccoli lavori domestici. Mentre gli altri soggetti potranno accedere al contratto di prestazione occasionale, un istituìto contrattuale radicalmente diverso dal voucher, attivato e gestito esclusivamente in via telematica, senza passaggio di contanti e con modalità semplificate di regolarizzazione della posizione contributiva e assicurativa del lavoratore».
Le critiche ai nuovi voucher
Ma sul nuovo strumento proposto dal Pd già si concentrano le critiche di chi cura la contabilità alle famiglie: «Il dopo voucher non porta buone notizie per i datori di lavoro domestico», accusa Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di Domina, l’Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico. «Secondo l’ultimo emendamento alla manovra -continua- i nuovi voucher hanno un costo fisso di 12,50 euro l’ora, mentre il costo minimo unitario per una baby-sitter (Livello Bs), applicato con il Ccnl di categoria, è di 8,06 euro». Da sottolineare secondo Gasparrini che “i diritti e le tutele sono inferiori con i voucher, in quanto questi comprendono solo la paga lorda e la quota dei contributi a carico del datore di lavoro, mentre gli 8,06 euro previsti per chi applica il contratto comprendono anche il rateo del Tfr, il rateo di tredicesima e la quota a carico del datore per la Casacolf”. «La differenza è tanta e -segnala- queste modifiche aumentano il costo del lavoro delle famiglie italiane invece di progettare degli incentivi a sostegno del welfare familiare che da cenni di cedimento in questi anni di crisi».