Conti pubblici, l’Europa vuole altri sacrifici. E Padoan suda freddo

22 Mag 2017 16:22 - di Niccolo Silvestri

L’Europa ci chiede di rispettare i patti reintroducendo la tassa sulla prima casa? E il ministro Padoan risponde “signornò”: «Cambiare idea su una tassa cambiata da pochi mesi non è una buona idea», tenta di sdrammatizzare il titolare dell’Economia rispondendo ai giornalisti in una pausa dell’Eurogruppo in corso a Bruxelles per le “raccomandazioni” della Commissione ai singoli Paese membri. L’Italia, inutile rimarcarlo, è l’osservata speciale.

«Rimettere l’Imu non è una buona idea»

La resistenza di Padoan, tuttavia, non è dettata da motivi di merito – fosse per lui, le tasse arriverebbero allo zenith – ma da considerazioni imposte dalla contingenza politica. Se a Bruxelles si parla di bilanci, a Roma si cercano accordi sulla legge elettorale. A detta di molti (ma non di Mattarella) l’unico ostacolo in grado di frapporsi alla prospettiva di elezioni in autunno. Il motivo di tanta fretta è chiaro e rimbalza sul tavolo di Bruxelles: Matteo Renzi non vuole lasciare le impronte digitali sue e del Pd su una manovra economico-finanziaria ad alto impatto di impopolarità per poi tuffarsi in campagna elettorale. Molto meglio – è il suo ragionamento – votare prima, semmai a fine settembre, per poi spremere i contribuenti in tutta tranquillità.

Padoan preoccupato dalle elezioni anticipate

Uno ragionamento che Padoan conosce fin troppo bene sebbene il ruolo gli imponga di definire le possibili elezioni anticipate come uno scenario che «per ora non mi riguarda». Ma è proprio l’eventualità di urne ravvicinate a dargli la forza per rintuzzare l’offensiva del commissario Moscovici sulla reintroduzione dell’Imu per i titolari di redditi più elevati. Una parola diversa Renzi non la capirebbe. Soprattutto, non la sopporterebbe. E sembra riferirsi proprio all’ex-premier Padoan quando, intervistato dal Financial Times sulla vittoria di Macron in Francia, mette in guardia «i politici italiani» dall’andare a caccia di voti cavalcando battaglie demagogiche: «Se pensiamo di battere il populismo inseguendo i populisti sui loro stessi temi allora siamo morti». Chissà se a Renzi saranno fischiate le orecchie.

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