Come siamo evoluti: basta spegnere WhatsApp e il mondo va nel panico
Si può vivere senza WhatsApp? Sembrerebbe di no, a giudicare dall’angoscia che ha colpito milioni di utenti quando un blackout ieri sera ha reso inutilizzabile al app. La popolare piattaforma di messaggistica si è bloccata in molte aree del mondo, dall’India agli Stati Uniti, Italia compresa. Il servizio è ripreso dopo alcune ore, con la società al lavoro per cercare la causa del blocco. WhatsApp ha iniziato a non funzionare più verso le 22:30 ora italiana, scatenando subito un tam tam in rete, con l’hashtag #whatsappdown. Durante le oltre due ore in cui il servizio era offline, milioni di persone hanno usato l’hashtag sui social network, per commentare la notizia o avvisare i loro conoscenti di utilizzare sistemi alternativi per scambiarsi messaggi, come Messenger di Facebook o l’applicazione Telegram
Wired ha scritto che secondo Techcrunch la frustrazione degli utenti dipendeva dall’impossibilità di aggiornarsi in tempo reale. Il panico degli utenti conferma quanto molti pensatori hanno sempre sostenuto a proposito della dimensione mentale nell’epoca della modernità e della postmodernità: l’assoluta dipendenza dalla tecnica, l’essere connessi continuamente come percezione di sicurezza, la fuga dalla possibilità di restare soli con se stessi.
Non a caso in Italia gli utenti delusi dal mancato funzionamento della app (annessa a Facebook dal 2014) si sfogavano su twitter con commenti del tipo: se siamo sopravvissuti senza whatsapp per due ore possiamo sopravvivere a tutto…