Valeria Fedeli bacchetta il giornalista: “Mi chiami ministra, o è complicato?”
Truccano il curriculum di studi e neanche chiedono scusa però se rivolgi loro una domanda devi adeguarti al bon ton del politicamente corretto. E così la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha risposto piccata a un giornalista che durante una conferenza stampa le chiedeva lumi sui decreti della “buona scuola” chiamandola “ministro”: ”Riesco a dirle di chiamarmi ministra o è complicato?”, ha replicato indispettita.
In pratica il suo modello comportamentale è la presidente Laura Boldrini che ha fatto una vera e propria battaglia del suo non voler essere chiamata “signor presidente”. Meno ideologica Roberta Pinotti, la quale confessò di associare il termine “ministra” alla “minestra”. Del tutto post-ideologica invece la risposta di Virginia Raggi a chi le chiedeva se preferiva essere chiamata “sindaca”: “Non mi fa impazzire, ma se volete”.
Chi invece si è preso la licenza di non seguire il lessico ora in voga è stato Giorgio Napolitano, alla cerimonia della consegna del premio De Sanctis, lo scorso dicembre. L’ex Capo dello Stato, rivolto proprio a Laura Boldrini, ha detto: “Permettetemi di reagire alla trasformazione della lingua italiana con l’orribile appellativo di ministra o l‘abominevole appellativo di sindaca. La chiamerò signora presidente come chiamavo Nilde Iotti. Penso che alla mia età qualche licenza mi sia concessa”. Alla cerimonia era presente anche la ministra Valeria Fedeli.