Turchia, l’Osce boccia il referendum: “Non rispettati gli standard democratici “
La decisione della Commissione elettorale turca sull‘ammissibilità delle schede non timbrate “ha minato le garanzie contro le frodi”. Lo hanno detto gli osservatori dell’Osce presenti ad Ankara. Il voto referendario che in Turchia ha allargato ulteriormente i poteri del presidente scatenando un’ondata di proteste “non è stato all’altezza” degli standard internazionali: lo afferma la missione degli osservatori dell’Osce durante una conferenza stampa ad Ankara.
Ocse: “Libertà ridotte dallo stato d’emergenza”
Parole che mettono in luce un quadro allarmante per la democrazia in Turchia: preoccupano, in articolare, alcuni passaggi in cui gli osservatori sostengono che “la consultazione si è svolta in un clima politico in cui le essenziali libertà fondamentali per un processo sinceramente democratico sono state ridotte dallo stato d’emergenza e le due parti non hanno avuto le stesse opportunità” di Presentare le loro ragioni agli elettori.
Le restrizioni alla stampa
Le restrizioni alla stampa, gli arresti di alcuni giornalisti e la chiusura di alcuni media rappresentano le sfaccettature di uno stesso fenomeno, quello della restrizione delle libertà democratiche e fondamentali. “La nostra missione di monitoraggio – ha sottolineato in una nota Tana de Zulueta, capo degli osservatori del voto in Turchia – ha dimostrato che la campagna per il ‘sì’ ha dominato la copertura dei media e questo, insieme alle restrizioni dei media, all’arresto dei giornalisti ed alla chiusura dei giornali, ha ridotto l’accesso degli elettori alla pluralità di punti di vista”. Ancora, l’Osce sostiene che il referendum si è svolto “in modo
efficiente ed ordinato solo in un numero limitato di seggi visitato dagli osservatori internazionali”, ai quali, in alcuni casi, è stato negato l’accesso durante l’apertura o la chiusura.