Trump prende di petto la situazione: andrà in Israele, Arabia e Giordania

27 Apr 2017 15:31 - di Giovanni Trotta

Donald Trump sta preparando un viaggio in Israele, che potrebbe coincidere con il suo arrivo in Europa per il summit della Nato a Bruxelles il 25 maggio e il G7 di Taormina il 26 e 27 maggio, svolgendosi giusto prima o ai primi di giugno. A quanto rivelano i media locali, oggi è attesa in Israele una delegazione di 25 americani per preparare la visita. “Stiamo esplorando la possibilità di una futura visita in Israele e in altri Paesi”, ha confermato un’alta fonte della Casa Bianca al Jerusalem Post, mentre i media israeliani parlano di possibili tappe anche in Giordania e Arabia Saudita. L’arrivo di Trump, che dovrebbe essere accompagnato dalla figlia Ivanka e dal genero Jared Kushner, è previsto nell’ambito degli sforzi per rilanciare la pace in Medio Oriente. Rimane centrale la questione di Gerusalemme. Entro il primo giugno Trump dovrà decidere se rinnovare, come hanno fatto i suoi predecessori ogni sei mesi fin dal 1995, il provvedimento per impedire il trasferimento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Trump aveva promesso di non rinnovare il waiver, ma poi ha evitato di parlarne. Secondo alcune fonti citate dalla stampa israeliana, potrebbe approfittare della visita per dichiarare che l’intera Gerusalemme è capitale d’Israele, rompendo con la politica finora seguita da Washington, ma senza poi spostare l’ambasciata. 

Trump si è già incontrato con Netanyahu

Trump ha già ricevuto alla Casa Bianca il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, seguito dal re di Giordania Abdullah e dal presidente siriano Abdel Fattah-al Sissi. Il 3 maggio sarà la volta del leader palestinese Mahmoud Abbas. Trump, che a partire dal suo libro “The art of the deal” si considera un asso dei negoziati, aspira a risolvere il più difficile di tutti, ovvero quello sul conflitto israelo-palestinese. Il viaggio in Israele potrebbe essere accompagnato da tappe in Giordania e Arabia Saudita, con l’obiettivo di organizzare un successivo summit a Washington fra Netanyhau, Abbas e leader sunniti moderati per rilanciare il processo di pace. Dichiarazioni di Trump su Gerusalemme capitale d’Israele vanificherebbero però questi sforzi, rischiando invece di incendiare nuovamente l’area, dato che i palestinesi vorrebbero Gerusalemme est capitale del loro futuro Stato e che la moschea di Al Qasa è il terzo luogo sacro dell’Islam. Non è chiaro quale tipo di accordo Trump abbia in mente, dopo che in conferenza stampa con Netanyahu ha lasciato tutti di sasso affermando: “Io sono per uno Stato, o due Stati. Quello che preferiscono le parti. Il mio obiettivo è la pace, e a negoziarla devono essere israeliani e palestinesi”. La missione di Trump in Israele potrebbe essere la sua prima visita bilaterale in un Paese estero, anche se non è ancora chiaro se sarà una visita di Stato o di lavoro. Sarebbe anche un modo per sottolineare la distanza con il predecessore Barack Obama, che aveva notoriamente un cattivo rapporto con Netanyahu e si recò in visita in Israele solo durante il suo secondo mandato. Per le date dell’arrivo di Trump, si parla di fine maggio o i primi di giugno. A complicare la scelta vi sono due ricorrenze in Israele: il 24 maggio verrà celebrato il “giorno di Gerusalemme”, nel cinquantenario della presa di controllo di tutta la città al termine della guerra dei sei giorni, mentre il 31 maggio cade la festa ebraica di Shavuot. Intanto è previsto che il nuovo ambasciatore americano in Israele, l’ex avvocato di Trump esperto in bancarotta David Friedman, arrivi nel Paese il 15 maggio per presentare poi in giugno le sue credenziali al presidente israeliano Reuven Rivlin.

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