Siria, anche i Dem appoggiano Trump. Ma i sostenitori lo accusano: «Traditore»
Anche l’ex segretario di Stato, il democratico John Kerry, dà il pieno appoggio all’attacco scagliato da Donald Trump in Siria. A rivelarlo è Politico, autorevole magazine americano di politica. «I falchi democratici amano gli attacchi aerei di Trump», titola il giornale online.
John Kerry «assolutamente favorevole» all’attacco
Una fonte vicina all’ex segretario di Stato, già candidato alle primarie democratiche per le presidenziali del 2004, ha fatto sapere che Kerry «ritiene che, se eseguita correttamente e in maniera chiara, l’azione militare può contribuire a ridare energia al canale diplomatico». Dunque, è «assolutamente favorevole» alla decisione di Trump. Non solo, secondo l’ex deputata democratica della California, Jane Harman, citata ancora da Politico, «Obama avrebbe dovuto fare questo quattro anni fa, quando il problema era meno complesso. La storia – ha aggiunto Harman – lo giudicherà severamente per non averlo fatto».
In Parlamento sostegno bipartisan per Trump
Non si tratta affatto di posizioni sorprendenti, isolate o di una minoranza di «falchi». Trump ha incassato il sostegno bipartisan del Parlamento già subito dopo l’attacco missilistico. Non solo lo speaker della Camera – l’equivalente del nostro presidente – il repubblicano Paul Ryan, ha parlato dell’attacco come di una «azione appropriata e giusta», gli stessi parlamentari democratici l’hanno appoggiato, limitandosi a chiedere che per le future scelte sul Medio Oriente, soprattutto se di carattere militare, il presidente consulti la Camera. E non l’hanno fatto in ordine sparso, ma attraverso le prese di posizione dei leader del gruppo al Senato, Chuck Schumer, e alla Camera, Nancy Pelosi.
I sostenitori delusi: «Si rivela un burattino neocon»
Diversa, invece, la reazione degli americani e, in particolare, di quelli che hanno sostenuto Trump con maggiore convinzione. Sono soprattutto loro, infatti, a bollarlo come «traditore» e «burattino dei neocon». Una accusa che, registrata da Sputniknews, rimbalza sui social, attraverso quegli utenti e influencer che avevano scommesso sulla diversità del neopresidente. «Basta interventi. Ogni volta che li facciamo, lasciamo un caos differente. Non abbiamo bisogno di essere la polizia del mondo», ha scritto, per esempio, la blogger Cassandra Fairbanks, dicendosi a un passo dallo smettere di credere in Trump.