Sicilia: all’Ars la maggioranza evapora, è tutti contro tutti. Crocetta all’angolo
Le elezioni regionali si avvicinano e i vecchi amici della maggioranza di governo si allontanano. Intendiamoci, Crocetta non ha mai avuto vita facile con i gruppi all’Ars, ma durante il suo percorso è comunque sempre riuscito a trovare tanti deputati “responsabili” per mandare avanti la legislatura. Nessuno s’illuda, quindi, anche adesso che i distinguo arrivano da tutte le parti, dai centristi di Alfano e Casini, passando per Totò Cardinale, fino ad arrivare al plenipotenziario renziano Davide Faraone, nulla cambierà fino al 5 novembre, data prescelta per celebrare le elezioni regionali. Va bene mollare Crocetta, ma non la poltrona.
Crocetta non vuole dimettersi
E’ così in aula è bagarre “tattica” sulla finanziaria. Stravolto in Commissione bilancio il piano di Crocetta per l’assistenza ai disabili -che aumentava la pressione fiscale in un contesto in cui i siciliani sono già asfissiati da balzelli e disservizi-, affossata la fusione tra Consorzio autostrade siciliane e Anas, liquidata Riscossione Sicilia -grazie ad un emendamento del deputato Marco Falcone di Forza Italia.
«E’ terrificante -ha dichiarato Rosario Crocetta a Live Sicilia- che si anticipi di quasi un anno lo scontro politico. E che questo scontro esploda mentre stiamo discutendo la Finanziaria”. Le dimissioni dopo la finanziaria, quindi, visto il clima di ingestibilità politica, potrebbero essere una soluzione per uscire dal guado, ma manco a dirlo, Crocetta non ci pensa proprio: “Dimettermi? (ride, ndr). Non intendo far finire la Sicilia in un baratro. Ci sono ancora tante cose da fare. Penso agli investimenti del Patto per il Sud, bisogna far partire bene la nuova programmazione europea. Del resto, se non avessi avuto questo senso di responsabilità, mi sarei dimesso anche in passato. Ma vede, io sono un combattente. E un combattente muore sul campo di battaglia e non a causa di qualche congiura di palazzo. Anzi, le dico di più: io, insieme al centrosinistra siciliano, vincerò anche le prossime elezioni».
Le tentazioni del Pd
Ma di quale centrosinistra parla Crocetta? Ad oggi gli unici disposti a seguirlo nella battaglia elettorale sono i suoi adepti del movimento “Riparte Sicilia” nato dalle ceneri del “Megafono – Lista Crocetta”. Il Pd pensa alle alternative: i renziani accarezzano la tentazione di chiedere il “sacrificio” al Presidente del Senato Piero Grasso, mentre aumentano i rumors che vedrebbero in pista il Sindaco di Catania e già Ministro dell’Interno Enzo Bianco. Al centro, i movimenti delle ultime settimane incoraggiati dal ritorno di Totò Cuffaro, indicano la strada nella ricerca di un candidato moderato per tentare di giungere alla “Große Koalition” in salsa sicula -da Forza Italia al Pd- in chiave anti-5 stelle, anche se Forza Italia, per bocca dell’eurodeputato ex AN Salvo Pogliese, sembra chiudere la porta: “Nessun partito della Nazione -ha dichiarato Pogliese-, nessuna marmellata consociativa, il candidato del centrodestra per la presidenza della Regione deve essere scelto fra chi coerentemente e orgogliosamente è stato all’opposizione di Crocetta e del suo imbarazzante governo”.