Si scrive primarie, si legge flop? Nel Pd è scattato l’allarme affluenza

23 Apr 2017 11:05 - di Valerio Falerni

A Largo del Nazareno, sede del Pd, a una settimana esatta dalle primarie del 30 aprile, l’allarme affluenza è già scattato: quanti italiani voteranno? Un milione, uno e mezzo, forse due. Non si sa. Soprattutto, nessuno – a partire dai tre sfidanti Renzi, Orlando ed Emiliano – se la sente di fissare un’asticella purchessia. E si capisce: la paura di clamorose smentite da parte di elettori in carne e ossa è troppo forte.

Feroci polemiche tra i tre contendenti

Nel frattempo, fioccano le polemiche. Via facebook  i renziani se la prendono con “Che tempo che fa”, la trasmissione di RaiTre condotta da Fabio Fazio, nei cui studi apparirà Orlando (che in queste ore ha avuto anche un colloquio riservato con Romano Prodi, dal quale non è venuto però alcun endorsement) nella veste di ministro Guardasigilli: «La sua presenza in trasmissione avvelena le primarie», attacca Ernesto Carbone, quello dell’insolente «ciaone» lanciato ai sostenitori del “sì” all’indomani del referendum sulle trivelle. Ma ce n’è anche per Emiliano, cui invece i fedelissimi dell’ex-premier imputano l’appello a votare da lui rivolto ai militanti del M5S e agli elettori del centrodestra. «Esattamente quel che fece Renzi alle primarie che lo incoronarono segretario del Pd», ricorda non senza polemica il coordinatore della campagna elettorale del governatore pugliese Francesco Boccia.

Dopo le primarie Renzi chiederà elezioni anticipate

Comunque sia, al dato sull’affluenza è sotteso una rilevante questione politica. Emiliano e soprattutto Orlando sospettano che Renzi e i suoi abbiano volutamente messo la sordina alle primarie per evitare che il sentimento “anti” prevalesse così come ha prevalso nel referendum del 4 dicembre scorso. Non è un caso che Orlando abbia definito «una vergogna» l’assenza di una vera campagna di mobilitazione dei militanti e degli elettori in vista di domenica 30. Ma tant’è: Renzi, che ormai controlla l’apparato del Pd, si sente ultrafavorito da un’affluenza in cui a farla da padroni siano i fidelizzati. In quel caso la percentuale della sua affermazione potrebbe rivelarsi addirittura schiacciante. Premessa necessaria per chiedere ed ottenere le elezioni anticipate entro l’autunno. Per lui, ormai, conta solo questo.

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