Sesso in cambio di ricariche: scandalo social per il grooming
«Grooming e poi richieste di sesso in cambio di ricariche. Stiamo vicino ai nostri ragazzi». È l’avvertimento lanciato a genitori, e non solo, dalla polizia attraverso il profilo Facebook “Una vita da social”. Una pratica, quella del “grooming“, spesso protagonista nelle cronache degli ultimi mesi (da Lecce a Ragusa o Biella).
Ecco che cos’è il grooming
Ma cos’è il “grooming”? Si tratta dell’adescamento sessuale di minori attraverso internet, riporta il sito dell’Accademia della Crusca nella sezione domande e risposte. Pratiche a cui si affiancano anche il “sexting” (dalla fusione di “sex” e “texting”, scrivere messaggi), ovvero l’invio di messaggi, immagini o video a sfondo sessuale o sessualmente espliciti con pc, tablet o smartphone, e il cyberbullying o “bullismo virtuale” (compiuto sul web), inteso come «atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate specialmente in ambienti scolastici o giovanili» (Treccani, Neologismi 2008). «Se riflettiamo sull’esposizione personale implicata dalla rete per chi non è in grado di tutelarsi e sullo schermo offerto nel contempo a chi invece voglia approfittarne – si legge sul sito – comprendiamo facilmente la necessità di capire le parole con cui sono formulati i messaggi» sul web e «a maggior ragione – prosegue – affermiamo la necessità di un traducente per “grooming”». Che, suggerisce l’Accademia della Crusca, andrebbe chiamato “adescamento (di minori in rete)”.