Per ora niente muro con il Messico. Ma Trump va avanti: “Non cambio idea”
Primo round sfavorevole a Trump. Il finanziamenti per la costruzione del muro tra gli Stati Uniti e il Messico non saranno inseriti nella manovra di aggiustamento di bilancio che deve essere approvata entro la mezzanotte di venerdì. Il passo indietro è arrivato dopo che i Democratici i avevano minacciato di bloccare il disegno di legge se il denaro fosse stato destinato alla recinzione. La consulente del presidente Usa, Kellyanne Conway, ha confermato a Fox News che i fondi per il muro saranno tenuti fuori dal budget che deve essere approvato questa settimana, ma rimane una “priorità molto importante”. E anche Donald Trump ha precisato su Twitter che il progetto, fulcro della sua campagna elettorale, non si ferma: “Non fatevi dire dai media fasulli che ho cambiato idea sul muro”. “Sarà costruito e fermerà droga e traffico di esseri umani”, ha twittato il presidente americano.
Trump: «Troveremo i soldi: è una priorità»
Anche questa volta – come per l’Obamacare – Trump è stato “tradito” dai repubblicani, che non sono riusciti a trovare un compromesso per mettere nella prima legge di bilancio dell’amministrazione Trump 1,4 miliardi di dollari necessari per continuare lo studio, la progettazione e i primi appalti del muro messicano fortemente voluto dal presidente, che ne ha fatto una priorità durante la campagna elettorale. Il tycoon ha amesso questa prima sconfitta, ma nel suo tweet di primo mattina ha promesso che la sua amministrazione andràavanti come un treno sulla questione muro. Kellyanne Conway ha ribadito: «Non questa settimana, troveremo i fondi necessari per costruire il muro a fine anno oppure nel 2018. Ma li troveremo perché è una priorità del presidente». L’incognita in questo braccio di ferro resta il Congresso, con i repubblicani spaccati.
Ecco gli interessi dietro il No al muro
Va ricordato che tra gli Stati Uniti e il Messico vi è un confine di circa 3.201 chilometri. Diversi muri – la propaganda anti Trump evita di ricordarlo – già esistono. Diverse tipologie di muri sono già stati costruiti per circa mille chilometri dalle amministrazioni Clinton, George Bush e anche da quella Obama. Il progetto di Trump è di costruire il muro lungo i restanti 1.900 chilometri e interessa quei confini oggi delimitati dal Rio Grande. leggiamo sul Giornale il retroscena sul quale siu fonda il mancato finaziamento del muro voluto da Trump. «Sono stati questa volta 35-40 repubblicani, eletti nel Texas, New Messico, Arizona e California a opporsi al finanziamento. Ironia della sorte e giochi politici di pura sopravvivenza e di attaccamento alla poltrona, sono i congressmen repubblicani eletti nei distretti a ridosso o lungo il confine messicano a opporsi strenuamente al muro, perché prevede l’esproprio di infiniti lotti di terreni assai fertili oppure di enorme valore di mercato a migliaia e migliaia di piccoli e grandi proprietari. Si tratta di aziende agricole, ricchi ranch texani o terreni edificabili di enorme valore di mercato, come nelle aree metropolitane di San Diego ed El Paso, che verrebbero acquisiti dallo Stato federale per pochi spiccioli. E quando c’è di mezzo il dio dollaro, quando lo Stato federale mette le mani nel portafoglio del contribuente americano, non c’è distinzione tra repubblicani e democratici». Per Trump sarà una grande sfida.