Meningite, ricoverato un uomo a Livorno. Altri due casi a Padova
Un uomo di 56 anni è stato ricoverato all’ospedale di Livorno per sepsi meningococcica probabilmente di tipo C. Lo fa sapere la Ausl Toscana Nord Ovest, comunicando che il risultato della tipizzazione dovrebbe essere atteso nelle prossime ore. L’uomo, residente in Valdera, in provincia di Pisa, non era vaccinato e al momento si trova nel reparto di terapia intensiva in prognosi riservata. Il paziente ha manifestato i primi sintomi della malattia a partire dalla sera del 18 aprile. L’Igiene e sanità pubblica della Valdera ha individuato le persone che sono entrate in stretto contatto con il paziente, alle quali è stata somministrata la profilassi e offerta la vaccinazione. Migliorano invece le condizioni di salute della ragazza livornese colpita da meningite nei giorni scorsi. L’azienda sanitaria fa sapere che i medici igienisti sono a disposizione per ogni informazione e raccomanda, per ulteriori chiarimenti sulla profilassi e sulla vaccinazione, di rivolgersi al
proprio medico curante o agli ambulatori del dipartimento di prevenzione della Asl.
Meningite, altri due casi non gravi a Padova
Altri due nuovi casi di meningite sono stati registrati all’ospedale di Cittadella in provincia di Padova. Entrambi riguardano bambini molto piccoli, colpiti da forme di infezione non contagiose. Nei giorni scorsi un bambino di qualche mese -si legge in una nota della Ulss 6 Euganea- è stato ricoverato per febbre e segni di interessamento meningeo. Gli accertamenti, eseguiti subito dopo il ricovero, hanno permesso di identificare immediatamente la natura virale della malattia. Il
bambino ha presentato un rapido recupero ed è stato dimesso dopo alcuni giorni di osservazione. Il secondo caso riguarda invece un neonato di pochi giorni, con importante meningite batterica in un quadro di infezione invasiva generalizzata. La diagnosi è stata posta immediatamente dopo il ricovero ed è stata istituita una terapia antibiotica che si è dimostrata efficace già dopo poche ore. Il bambino è tuttora ricoverato per proseguire le cure. Le sue condizioni sono in rapido miglioramento. In entrambi i casi – precisa l’azienda sanitaria – si tratta di malattie non diffusibili nella popolazione e non sono richieste misure profilattiche particolari.