“L’ultima cena” di Cristo rifatta in versione gay: esplode la polemica
Siamo alla follia pura e senza limiti di decenza. Ha fatto discutere a Salerno un manifesto pubblicitario che invitava a un evento organizzato dal gruppo “DiverCity” al Caffè Verdi. L’immagine della locandina, diretta a un pubblico gay, mostrava una scena simile al Cenacolo di Leonardo Da Vinci ma con uomini a torso nudo, alcuni dei quali si baciavano, al posto di Cristo e degli Apostoli. Che dire? La ragione vacilla di fronte all’imbecillità. Una locandina che il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha definito «sconcertante e censurabile». Per usare degli eufemismi.
Offesa etica ed estetica
Non è questione di essere omofobi o insensibili ai diritti: l’intolleranza, semmai, è diretta verso l’imbecillità. Non si capisce perché si ostinino ad affermare se stessi strumentalizzando immagini sacre, offendendo e e snaturando un capolavoro in cui è racchiuso uno momenti simbolici più importanti della cristianità. Il sindaco di Salerno ha ricordato di essere “laico” e di “non avere, ovviamente, nulla contro i gay, anzi apprezzo chi lotta contro ogni discriminazione”, ma di trovare “la locandina in questione di pessimo gusto e inutilmente offensiva. Mi sembra naturale – ha aggiunto il sindaco – che abbia potuto offendere la sensibilità di quanti credono e non solo. Il periodo pasquale è un momento cospicuo, ricco di simboli e significati che viene avvertito, oggi come oggi, in un modo ancora più sentito, viste le tragedie globali, le persecuzioni e le stragi dei cristiani, non ultima quella delle chiese copte in Egitto”. L’avvocato Fabio Mammone, vice coordinatore cittadino di Forza Italia Salerno ha chiesto «l’annullamento della serata» promossa con il manifesto, come riportato dal Giornale. Secondo Mammone «gli organizzatori non sono né blasfemi, né alternativi ma semplicemente fuori luogo ed irriguardosi. Sono certo – ha concluso – interverranno i titolari del locale e le istituzioni della città. Ci sono gli estremi per farlo. La religione cristiana nulla ha da spartire con le istanze gender”.
La propaganda gender sopra tutto
L’annullamento della serata non ci sarà. Come al solito si arriverà a un nulla di fatto. Il gruppo gay di “DiverCity” ha ribadito “la libertà di vivere e divertirci come meglio crediamo”. Ossia, rivendicare offendendo, infischiandosene della sensibilità profonda delle persone. Un’offesa etica ed estetica. E anche al Caffè Verdi, la struttura che ospita la serata, non c’è aria di annullamentoin virtù della “mission” dell’ attività commerciale, rispettosa dei diritti “di tutti e di tutte: le nostre porte sono sempre aperte a tutti, senza distinzione di razza, sesso o religione. Siamo per la politica dell’accoglienza a 360 gradi”.