La Russa rilancia: “E adesso facciamo una mostra sugli anni Settanta”

12 Apr 2017 19:02 - di Giovanni Trotta

Ignazio La Russa è uno che gli anni di piombo se li è fatti tutti, e non in una città facile, ma a Milano, dove uccicdere un fascista non era reato. Consigliere comunale, avvocato penalista, La Russa difese decine e decine di giovani missini perseguitati da quello che allora chiamavamo “il sistema”. Appassionato di politica, non ha mai smesso di farla, e sempre coerentemente: oggi è deputato di Fratelli d’Italia e porta avanti le sue battaglie in parlamento come prima le combatteva in piazza. Insieme con “l’inseparabile” Maurizio Gasparri, La Russa ha introdotto la conclusione di questa mostra sul settantennale del Movimento Sociale Italiano, presentando gli ospiti e i relatori. La Russa ha ricordato l’esperienze delle segreterie Michelini, Almirante e Fini, “anni durante i quali si creò un laboratorio e una selezione della classe dirigente: allora – ha detto La Russa – si formarono moltissimi politici della cosiddetta meglio gioventù, gioventù umana prima ancora che politica”. “la cosa emblematica è che per anni giovani, anziani, appartenenti a tutte le classi sociali, militarono, sfilarono, si accapigliarono, e tutto solo per esserci, non per conquistare un qualsiasi posto di potere. Questo fu il vero miracolo e la vera cifra distintiva del Msi”. La Russa ha ricordato anche la grande figura di Filippo Anfuso, che in una battuta radiografò quella che era il Msi assistendo a un vivace dibattito in congresso: “Non hanno nulla da doversi spartire, ma litigano con grande passione. È bellissimo”. E questo era il Msi e la gente del Msi. La Russa infine ha anche rilanciato: dopo questa mostra, facciamone una sugli anni Settanta, sugli anni di piombo in Italia, perché c’è ancora tanto da dire e da raccontare.”Perché gli anni Settanta, storicamente, sono quelli che per le generazioni dei nostri genitori fu la guerra, fu il 1945. È un periodo che va infìdagato approfonditamente”, ha concluso La Russa.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *