La paura degli italiani: scivolare in una classe sociale più disagiata
Il 67,2% degli italiani è convinto che oggi sia facile cadere in basso da una classe sociale all’altra. In particolare, il capitombolo sociale è ritenuto facile dal 69,3% dei millennials, dal 67,6% dei baby boomers e dal 63,4% degli anziani. A rivelarlo è una analisi del Censis.
Per quasi 9 giovani su 10 l’ascesa sociale è «difficile»
Il 65,4% delle persone che si autodefiniscono «ceto medio» considera la caduta in basso facile, così come il 67,5% della classe lavoratrice, ma anche il 62,1% dei benestanti. L’84,7% degli italiani ritiene che oggi sia «difficile» salire nella scala sociale e fra questi per il 52,2% è «molto difficile». In particolare, è difficile per l’87,3% dei giovani (per il 52,5% è molto difficile), per l’85,7% dei baby boomers (per il 53,2% è molto difficile), per il 78,8% degli anziani (per il 49,5% è molto difficile). Di contro, solo quote residuali di giovani (solo il 12,7%) e di baby boomers (il 14,3%) ritengono molto facile salire nella scala sociale.
Anche per i ricchi migliorare è un miraggio
L’ascesa sociale è considerata difficile dall’83,5% delle persone appartenenti al ceto medio, dall’86,6% delle persone che si autocollocano nella classe lavoratrice e anche dal 71,4% dei più abbienti. Dunque, niente mobilità in alto e tanta paura di cadere in basso. Sentimenti da cui scaturisce un insicurezza diffusa che gli italiani provano a curare accumulando cash subito pronto: dal 2007 a oggi è aumentato di 133 miliardi di euro, pari al triplo del Pil di un Paese comunitario come la Croazia.
Quando «l’operaio» riusciva ad avere «il figlio dottore»
Per gli italiani tratta di una realtà nuova con cui confrontarsi: finora le storie familiari erano state di ascesa sociale e non il contrario. Tra le persone del ceto medio, infatti, ben il 43,7% proviene da famiglie di livello socio-economico più basso: l’8,5% da famiglie popolari e il 35,2% da famiglie della classe lavoratrice. Per il restante 49,6% della classe media di oggi la famiglia di provenienza apparteneva già al ceto medio e solo il 6,4% proviene da famiglie abbienti. I benestanti attuali provengono per il 35,5% da famiglie del ceto medio e per il 22,6% da famiglie lavoratrici. Questa la mobilità sociale verso l’alto è stata a lungo il motore trainante della vitalità economica e sociale. Oggi il blocco verso l’alto e lo scivolo facile verso il basso generano, invece, inerzia da paura.