Isis, nuovo video di minacce: Roma torna nel mirino dei terroristi. Ancora
Roma torna nel radar dei terroristi dell’Isis e nelle minacce lanciate via video e diffuse in Rete: c’è anche un inquietante riferimento alla capitale, infatti, nel nuovo messaggio audio diffuso dai sanguinari jihadisti al seguito del Califfo al Baghdadi. Nell’annuncio, l’ennesimo, il portavoce Abu Hassan al-Muhajir fa un paragone con il movimento delle maree e afferma: «Quando verrà l’alta marea sarà la conquista di Baghdad, Damasco, Gerusalemme, Amman, Costantinopoli, Teheran e Roma». Dunque, l’Occidente in generale, nel radar dei tagliagola dell’Isis, e alcuni luoghi simbolo in particolare: e allora, rivolgendosi ai jihadisti negli Usa, in Europa e in Russia, il sedicente protavoce Abu Hassan al-Muhajir ha minacciato altri attacchi e affermato: «La nostra guerra contro il nostro nemico è una guerra globale». E nella globalità delle mire di sangue torna al centro del mirino anche Roma.
L’ultimo messaggio video minaccia Roma
Dopo le minacce all’Occidente, il messaggio esorta quindi i terroristi della jihad a colpire «in ogni dove», ad «aumentare l’offensiva contro di loro per tenerli occupati lontano dal Califfato, dalla terra dell’Islam», affermando che: «colpire i loro interessi è possibile». Non solo: il messaggio audio diffuso dal gruppo si intitola “La promessa di Allah è veritiera”, con un riferimento al versetto numero 60 di Sura ar-Arum che recita: «Sopporta con pazienza, la promessa di Allah è veritiera». Esortando quindi al martirio –proprio e altrui – in vista della conquista di ricompense ultraterrene. È così che è nato l’equivoco di iuna guerra che tutto è, tranne che santa, e che sull’altare della motiviazione religiosa consuma ben altri sacrifici e in nome di ben altre promesse e di mire tutt’altro che fideistiche.
«Li attaccheremo nei loro stessi Paesi»
Abu Hassan al-Muhajir è stato nominato come «portavoce» del sedicente Stato islamico alla fine dello scorso anno, dopo l’uccisione in agosto di Abu Muhammad al-Adnani: a dicembre, nel suo primo messaggio, al-Muhajir si rivolgeva agli Stati che partecipano alla campagna militare contro l’Is e affermava: «Li attaccheremo nei loro stessi Paesi». A parte questo mantra, ripetuto fino ad oggi con l’ultimo messaggio diffuso in un video diovulgato sul web, le notizie sull’identità di Abu Hassan al-Muhajir scarseggiano: secondo i media arabi l’accento del “portavoce” dell’Isis lascerebbe ipotizzare origini nordafricane e l’utilizzo di “al-Muhajir” come nome di battaglia indicherebbe che si tratta di un «combattente straniero», ossia non originario delle terre dell’autoproclamato Califfato». A conferma che i proseliti del sanguinario rito bellico intestato all’Islam sono ovunque e disposti a colpire ovunque.