Il “nuovo” Grillo si confessa al giornale della Cei (ma riesce a non dire nulla)

19 Apr 2017 10:12 - di Lisa Turri
m5s grillo

Una lunga intervista al quotidiano della Cei, Avvenire, fa pensare che davvero Beppe Grillo stia rinunciando definitivamente alla stagione dei “vaffa day” per inaugurare in grande stile la fase dei “Cinquestelle di governo”.

E, da questo punto di vista, la conversazione con il giornale dei vescovi è una mossa importante, così come lo è il suo ribadire la natura post-ideologica del Movimento di cui è garante e il suo sottolineare l’impegno sociale dei Cinquestelle: difendere i cittadini dagli effetti perversi della globalizzazione. Un programma non poi così distante dalle omelie di papa Francesco ma allo stesso tempo così generico e aleatorio da poter essere sottoscritto da destra a sinistra. E proprio all’elettorato deluso di quelle vecchie categorie Grillo si rivolge, sorvolando sulla cattiva prova di governo che fino ad oggi i suoi sindaci hanno dato e sul nome di colui che sarà il candidato premier

Adottando la strategia comunicativa di sempre, attacca i personalismi dei leader senza fare autocritica suo sul essere padre nobile di un “partito contorno”: “Non esiste una strategia per arrivare a Palazzo Chigi. Immagino questo risultato come un auspicabile fenomeno naturale, generato da gente decisa a ‘scendere sulla terra’, lontano dagli incantesimi degli agnellini salvati da Berlusconi e dalle palle seriali che vengono dal partito ora al governo. Un partito che ha solo un merito: mantiene al suo comando la persona che meglio lo rappresenta, il bugiardo Renzi”.

Così, anziché entrare nel cuore delle questioni politiche italiane, Grillo sorvola e si butta sulla politica estera. L’Europa? “La verità è che questa Europa non ha futuro perché è una sorta di nave dei folli. L’Ue di oggi è un sacco contenente 27 popoli che si chiedono come ci siano finiti dentro. Tra questi popoli ci sono connessioni rigide e frustranti, innaturali. L’Unione non può essere tacciata di egoismo… Non può essere tacciata proprio di nulla”. Trump? ”È l’espressione plastica della fine della sinistra ‘frou frou’. La gente si è stufata degli Obama e dei Clinton, tutto il loro essere di sinistra trova sfogo nel concedere qualche diritto senza costi e sorridere bene davanti alle telecamere”. Putin? “E’ quello che è, senza troppi misteri”. Definizione vaga, ma che si attaglia in modo preciso allo stesso Grillo. 

 

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