“Gramsci è dei comunisti, vattene!”. Orfini contestato al cimitero (video)
80 anni dalla morte di Antonio Gramsci. E la sinistra ovviamente litiga anche su questo anniversario. La scena si svolge al cimitero degli inglesi acattolico a Testaccio, nella Capitale, dove Matteo Orfini, presidente del Pd, si reca a rendere omaggio alla tomba del fondatore del Pci. Qui si imbatte in un gruppo di veterocomunisti, molto giovani, che danno vita a un patetico dibattito sulla memoria di Gramsci. A chi Gramsci? A noi che siamo ancora comunisti, urla il ragazzo rivolto a Orfini. Quest’ultimo, benché imbarazzato e benché voglioso di mandare a quel paese il contestatore cimiteriale, si contiene e chiede rispetto per il luogo dove riposano, incolpevoli spettatori della querelle sui destini del comunismo, i poeti Keats e Shelley. Una scena locale, ma dal significato profondo al di là dell’involontaria comicità dei protagonisti costretti a contendersi le ceneri di Gramsci.
Niente da fare. Il contestatore cimiteriale, all’idea di essere protagonista di un video dall’alto contenuto rivoluzionario, intima al malcapitato Orfini di andarsene: “Gramsci lasciatecelo a noi, lei è comunista? Lei crede nella lotta di classe? E allora lasciate in pace Gramsci, che si deve ribaltare nella tomba?”. Insomma se il futuro della sinistra è un futuro di lacerazioni anche sul passato le cose non cambiano. Il pantheon di riferimento si è ridotto a ospitare i poster delle camerette adolescenziali. E anche su quei poster si accende la lite, fino a strappare quei volti e quei ricordi.