Gli italiani? Stirpe in via d’estinzione. L’Istat: «Meno 7 milioni nel 2065»
Italiani? Brava gente in via d’estinzione. Lo dice l’Istat, l’Istituto nazionale di statica, che stima in una “forchetta” che oscilla, nello scenario di medio periodo, tra i 2,1 milioni del 2025 e i 7,1 milioni del 2065 il calo di residenti nel nostro Paese rispetto al dato attuale. Se, infatti, oggi la popolazione italiana ammonta a 60,7 milioni di residenti, nel 2045 scenderà a 58,6 e quindi a 53,7 milioni nel 2065. In compenso aumenta l’età media. Secondo l’Istat, infatti, passerà dagli attuali 44,7 a oltre 50 anni del 2065: «Il processo di invecchiamento della popolazione – avverte l’Istituto – è da ritenersi certo e intenso». Il picco arriverà nel 2045-50, quando la quota di ultra 65enni toccherà il 34 per cento.
L’Istat: «Sud a rischio svuotamento»
Il calo dei residenti non sarà però omogeneo su tutto il territorio nazionale. A giudizio dell’Istat, infatti, nel Mezzogiorno il calo di popolazione «si manifesterebbe lungo l’intero periodo» esaminato, mentre per il Centro-nord il declino demografico comincerebbe ad avvertirsi dopo circa un trentennio di previsione con un bilancio positivo. In pratica, «dal 2045 in avanti». La previsione è di una nazione spaccata in due anche sotto il profilo di contenitore demografico. Scrive a proposito l’Istat: «La probabilità empirica che la popolazione del Centro-nord abbia nel 2065 una popolazione più ampia rispetto a oggi è pari al 31%, mentre nel Mezzogiorno è pressoché nulla».
Saldo negativo tra nascite e morti
Questo significa una nuova ondata migratoria interna, dal Sud verso Nord. Sempre considerando lo scenario mediano, nel 2065 il Centro-nord accoglierebbe il 71 per cento di residenti contro l’attuale 66; il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29 per cento contro il 34 odierno. un vero svuotamento del Sud della Penisola. Il dato complessivo resta in ogni caso negativo, dal momento che le future nascite non saranno sufficienti a compensare i futuri decessi. Nel breve periodo il saldo naturale raggiunge quota -200mila, per poi passare la soglia -300 e -400mila unità in meno nel medio e lungo termine. Il saldo negativo, avverte ancora l’Istat, «trae parziale sollievo dalle migrazioni». Buone notizie per l’aumento della vita media: entro il 2065, infatti crescerebbe fino a 86,1 anni (oggi è 80,1) per gli uomini e fino a 90,2 anni (oggi è 84,6) per le donne.