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Erdogan, che nega il genocidio armeno, accusa Assad e i curdi

Erdogan, che nega il genocidio armeno, accusa Assad e i curdi

Esteri - di Domenico Bruni - 29 Aprile 2017 - AGGIORNATO 29 Aprile 2017 alle 20:35

Questa è buona: il dittatore turco Erdogan che favorisce il passaggio dei terroristi al suo confine e che nega il genocidio degli armeni e dei curdi, adesso accusa il presidente siriano: Bashar al-Assad sarebbe un “assassino” colpevole di “terrorismo di Stato”. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, a pochi giorni dalla visita in programma il 3 maggio a Sochi per incontrare il suo omologo russo, Vladimir Putin, tra i principali alleati del leader siriano. Prendendo la parola al summit del Consiglio Atlantico a Istanbul, Erdogan ha elogiato il presidente Usa, Donald Trump, per aver mostrato un approccio “più determinato” rispetto al suo predecessore Barack Obama nei confronti del regime di Assad. Il riferimento è all’attacco statunitense contro la base militare di Shayrat a seguito del raid con presunte armi chimiche a Khan Sheikhun. “E’ arrivato tardi ma è una cosa che accogliamo favorevolmente”, ha dichiarato Erdogan, citato dal sito di Hurriyet, riferendosi al raid Usa. “Per la prima volta in sei anni – ha aggiunto – il regime di Assad ha visto che non si rimarrà in silenzio davanti al massacro di innocenti”.

Erdogan agli Usa: basta sostegno ai curdi

Poi Erdogan giunge al vero punto della sua requisitoria di comodo contro Assad: il sostegno che gli Stati Uniti continuano a fornire ai militanti delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) in Siria sta danneggiando l’alleanza tra Ankara e Washington. Lo ha dichiarato il presidente turco. ”Continueremo a prendere tutte le misure necessarie fino a quando persisterà la minaccia – ha detto Erdogan -. Non permetteremo la formazione di un corridoio terroristico al nostro confine meridionale”. Corridoio terroristico che già esiste da anni con la complicità turca: i terroristi islamici passano, i giornalisti no, anzi vengono arrestati. Il presidente turco ha quindi affermato che negli ultimi due giorni il confine meridionale della Turchia con la Siria è finito nel mirino di colpi di mortaio e annunciato che le forze della sicurezza di Ankara sono pronte a condurre azioni di rappresaglia, se necessario. L’Ypg è considerata da Ankara un’organizzazione terroristica, mentre gli Usa la considerano una valida alleata nella lotta al’Isis. Intanto continuano a giungere notizie senza fonti: sarebbe di almeno 19 morti il bilancio dei raid aerei eseguiti da “presunti jet russi e siriani” su diverse zone di Idlib, provincia della Siria settentrionale roccaforte dei terroristi islamici. Lo ha riferito l’emittente al-Jazeera, citando una fonte dei cosiddetti “caschi bianchi” siriani, dei quali ci siamo già occupati.

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29 Aprile 2017 - AGGIORNATO 29 Aprile 2017 alle 20:35