Erdogan accusa l’Occidente: avete armato i terroristi curdi del Pkk
Sono sempre i curdi il problema principale di Erdogan e della Turchia. Dopo aver negato il genocidio del 1915, ora Ankara li accusa di terrorismo, mentre solo alcuni di essi lo sono. I militanti curdi del Pkk, comunista, hanno undici missili di nuova generazione nel nord dell’Iraq. Lo ha detto il ministro degli Interni Suleyman Soylu, affermando che questo è il risultato della collaborazione tra il Pkk e i curdi siriani del Pyd, alleati degli Usa e della Russia nella lotta all’Isis. ”Il Pkk ha undici missili di nuova generazione nel nord dell’Iraq. Sappiamo che provengono dall’Occidente”, ha detto il ministro nel corso di un’intervista con l’emittente Ntv. La Turchia considera il Pyd un gruppo terroristico legato al Pkk e ha chiesto agli Stati Uniti e alla Russia di interrompere la collaborazione con il gruppo curdo siriano. ”Non riesco a smettere di piangere mentre leggo le lettere dei figli dei martiri”, ha proseguito Soylu.
Molti curdi voteranno contro Erdogan al referendum
Intanto si apprende che una parte significativa di curdi che in passato ha votato per il partito Akp al potere dirà “no” al referendum costituzionale in programma domenica in Turchia che, se approvato, amplierà notevolmente i poteri del presidente Recep Tayyip Erdogan. Lo ha detto il leader del partito turco filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas. Demirtas è dal 4 novembre scorso rinchiuso nel carcere di Edirne con accuse legate al terrorismo. “Le politiche oltranziste dell’Akp e la sospensione della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto sono state respinte con forza dai curdi, che hanno preso le distanza dallo stesso Akp”, ha dichiarato Demirtas. Il leader dell’Hdp ha sostenuto che Erdogan “dovrà lottare per riconquistare i voti curdi dopo il fallimento dei negoziati di pace e la successiva repressione” e si è quindi detto “assolutamente” certo che il suo arresto sia stato progettato per indebolire l’opposizione in vista del referendum. Tredici deputati dell’Hdp, compresi i suoi due leader Demirtas e Figen Yuksekdag, sono in carcere per presunti legami con il Pkk. “Siamo trattenuti illegalmente da cinque mesi e ancora non si sa quando inizierà il processo – ha concluso Demirtas – Nonostante tutto quello che è successo, non stiamo chiedendo pietà o perdono a nessuno perché non abbiamo commesso alcun reato. Siamo detenuti qui perché contro di noi è stato commesso un crimine. Prima o poi quelli che si battono per la pace e la democrazia vinceranno”.