Colpito da un virus, era in fin di vita: salvato a Padova bimbo di 4 mesi
Bimbo di quattro mesi salvato in extremis all’ospedale di Padova. Il piccolo di Pordenone era stato colpito da un virus respiratorio particolarmente aggressivo. Grazie all’aiuto dei pediatri padovani, è riuscito a capovolgere un destino che sembrava segnato. «È stato un miracolo – ha raccontato la mamma al Messaggero Veneto – I medici di Padova hanno salvato mio figlio, vive solo grazie a loro».
Bimbo salvato, il racconto della mamma
Come si legge sul Messaggero Veneto, il bambino è nato il giorno di Natale, a Pordenone, ed è terzogenito. «Dopo tre settimane dal parto – ha detto ancora la mamma – sono andata all’ospedale per fare una normale visita di controllo, sono rimasta ad aspettare per ore ed ore a contatto con tante persone. Successivamente mio figlio è stato attaccato dal virus. Dopo qualche giorno si è ammalato, ho notato che faceva fatica a respirare e l’ho portato al pronto soccorso di Pordenone». Le condizioni del piccolo sono risultate subito preoccupanti perché il virus respiratorio si era già diffuso ai polmoni. Si tratta di un virus che causa infezioni dei polmoni e delle vie respiratorie.
La corsa in ospedale
A Pordenone hanno deciso di trasferire il bambino a Trieste e lì, racconta la mamma, «i medici mi hanno detto che non c’era speranza di sopravvivenza, neanche dell’uno per cento, le sue condizioni erano troppo gravi. Io non ho accettato questa condanna e ho firmato le dimissioni con l’intenzione di trasferire mio figlio a Padova». Il 12 febbraio il bambino è arrivato nell’Azienda ospedaliera padovana ed è stato collegato all’Ecmo (un macchinario ad alta tecnologia che consente la circolazione extra corporea) al centro Gallucci. Il bimbo, si legge ancora sul Messaggero Veneto, è stato seguito dai due cardiochirurghi pediatri. Poi, fino al 28 marzo, è stato accolto nella Terapia intensiva pediatrica guidata dal professor Andrea Pettenazzo. «Il bambino è stato finalmente dichiarato fuori pericolo – ha concluso la mamma – ringrazio Dio che mi ha dato un figlio così forte e tutto il gruppo di Pediatria e Cardiochirurgia».