Catania, il procuratore: alcune Ong forse finanziate dai trafficanti
Ci sarebbero i soldi dei trafficanti dietro ad alcune Ong che sostengono di soccorrere gli immigrati. E ci sarebbe, in quale caso, anche il tentativo di destabilizzare l’Italia e la sua economia riversando migliaia di immigrati sul nostro Paese. E’ la convinzione del procuratore capo di Catania che, da mesi, sta conducendo una complessa indagine proprio sulle Organizzazioni non Governative che si occupano di immigrazione.
«A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate da trafficanti e so di contatti – rivela il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, intervistato alla trasmissione Agorà di RaiTre – Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Moltiplicate 8.500 per 600 euro circa che è il costo di ogni viaggio: sono cifre significative in tre, quattro giorni».
«In questo momento il modo in cui viene attuato il salvataggio in mare non fa diminuire il numero dei morti – spiega Zuccaro – Se un natante di una Ong si porta a ridosso delle spiagge libiche, non esiste in quel momento quella situazione di pericolo che giustifica l’intervento – ragiona Zuccaro – Se dalla Libia partono delle telefonate e dicono “possiamo mantenere in mare queste imbarcazioni anche con mare agitato?” E si risponde fatelo tranquillamente, tanto noi siamo a ridosso lo potete fare. Lì la Convenzione di Amburgo non è assolutamente applicabile».
«E’ chiaro che bisogna fare distinzione tra Ong e Ong, – chiarisce Zuccaro – ci sono quelle che operano da tanto tempo su tutti gli scenari internazionali, facendo un gran bel lavoro, come Medici senza frontiere o Save the Children, organizzazioni che hanno certamente scopi umanitari. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante, si perseguono da parte di alcune Ong finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana con, ad esempio, un incremento di afflusso di migranti incontrollato per trarne dei vantaggi».
A chi si riferisce Zuccaro? Forse a George Soros, lo spregiudicato speculatore ebreo-ungherese che nel settembre del 1992 mise in ginocchio l’Italia vendendo lire allo scoperto obbligando Bankitalia a buttare via 48 miliardi di dollari di riserve? Era stato il primo ministro ungherese Viktor Orban a smascherare le mosse di Soros sull’immigrazione clandestina rivelando che dietro al traffico di immigrati c’è proprio lo speculatore il quale finanzia decine e decine di Ong. Una, in particolare, sta sollevando molte perplessità e ha indotto la Procura di Catania ad accendere un faro investigativo: la Moas, Migrant Offshore Aid Station, con sede a Malta – paradiso fiscale a bassa tassazione – e due navi, Phoenix e Topaz responder, con le quali fanno avanti e indietro carichi di immigrati andandoli a prendere direttamente in Libia, proprio di fronte alla costa. Ne hanno trasportati oltre 33.000, una cifra enorme. Le modalità di recupero degli immigrati sotto costa sono esattamente quelle sui quali sta puntando il dito la Procura e che sono in netta contraddizione con la Convenzione di Amburgo. E già questo è un punto che non gioca a favore della Moas e dei suoi proprietari milionari, la calabrese Regina Catambrone e il marito, lo statunitense Christopher. proprietari anche della Tangiers Group, una società basata anch’essa a Malta e specializzata nel prendersi in carico i rischi assicurativi in aree di conflitto ad alto rischio. Un mix di interessi molto poco chiari. Resta il fatto – e questo è il secondo elemento che ha messo in allarme gli investigatori – che dietro alla Moas spunta proprio lo speculatore ebreo ungherese George Soros. Che ha finanziato con 500.000 euro la Moas attraverso due organizzazioni.