Voli di Stato: il boom con il governo Renzi. È Alfano il record-man
La flotta degli aerei blu è sempre in volo. Sempre di più. Il numero delle missioni effettuate da ministri e sottosegretari è aumentato del 20 per cento in quattro anni. Nel 2012 i viaggi “istituzionali” furono 337, nel 2016 la cifra è salita a 402. Un’impennata più decisa di quelle dei Falcon e degli Airbus che trasportano gli uomini di governo, e che va in controtendenza rispetto all’obiettivo che nel 2011, in piena austerity, Palazzo Chigi si era dato: quello di limitare i voli di Stato attraverso una legge e una direttiva che restringono il campo dei beneficiari a cinque figure istituzionali (Capo dello Stato, premier, presidenti delle Camere e della Corte costituzionale) prevedendo solo delle “eccezioni” per i ministri. Eccezioni motivate da urgenze, impossibilità di prendere voli di linea e da ragioni di sicurezza. Ma ci sono anche i trasferimenti garantiti dai servizi segreti, che sfuggono agli obblighi di pubblicità, si legge su “la Repubblica“.
Voli di stato, impennata renziana
Gli elenchi pubblicati sul sito della presidenza del Consiglio, ad ogni modo, dicono che una stretta non c’è stata. Almeno per quanto riguarda il numero dei voli fatti. L’andamento, in realtà, non è costante: dai 337 decolli registrati durante il governo Monti (2012) si scende ai 161 dell’anno successivo (con Enrico Letta premier da aprile), poi a 76 nel 2014, quando Letta lascia la poltrona a Matteo Renzi. Ma in quegli anni è elevata la cifra dei voli con motivazione “sanitaria” e “umanitaria”: per l’esattezza 68 nel 2013, 49 nel 2014. La curva torna a salire, prepotentemente, nel 2015 e nel 2016, con 338 e 402 viaggi istituzionali. L’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano, il passeggero più assiduo degli aerei blu, compare negli elenchi solo a marzo 2015.